Onorio: differenze tra le versioni
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Onorio era il figlio dell'imperatore [[Teodosio I]] e di [[Elia Flaccilla]]; aveva un fratello maggiore, [[Arcadio (imperatore)|Arcadio]], e una sorella morta in giovane età, [[Pulcheria Teodosia]]. Il padre lo onorò del titolo di ''[[nobilissimus|nobilissimus puer]]'' e gli conferì il [[console (storia romana)|consolato]] per l'anno [[386]], quando Onorio aveva due anni. Raggiunse il padre a [[Roma]] ([[389]]), poi tornò a [[Costantinopoli]] ([[391]]).
Nel [[392]] morì l'[[augusto (titolo)|augusto]] d'Occidente, [[Valentiniano II]], e poco dopo il generale di origine barbara [[Arbogaste]] elevò al trono [[Flavio Eugenio|Eugenio]]; Teodosio fece inizialmente intendere di accettare il nuovo collega, ma poi, il
Prima della morte di Teodosio (
=== Stilicone uomo forte del regno (395-408) ===
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L'impero d'Occidente fu sottoposto, durante il regno di Onorio, ad una serie di spinte disgregatrici sia esterne che interne, con invasioni di popoli barbari e diverse ribellioni di [[usurpatore (impero romano)|usurpatori]] (le fonti ne ricordano nove).
Nel [[397]] il ''[[comes]] Africae'' [[Gildone (ribelle)|Gildone]] si ribellò nell'Africa settentrionale, ma la sua rivolta fu soffocata un anno dopo (
Nel [[402]] e [[403]], Stilicone respinse
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Nel frattempo i Romani esercitavano un controllo sempre più debole sulla [[Britannia romana]]; rimaste isolate, le guarnigioni romane di quella provincia sostennero diversi usurpatori, tra cui [[Marco (usurpatore)|Marco]] (406 - 407), [[Graziano (usurpatore)|Graziano]] (407), e [[Costantino III (usurpatore)|Costantino "III"]]: questi invase la Gallia nel [[407]], occupando [[Arelate]].<ref>Mentre Costantino era in Gallia, suo figlio [[Costante II (usurpatore)|Costante "II"]] regnava in Britannia.</ref>
Il
L'influenza politica di Stilicone cresceva ad ogni vittoria militare conseguita, ma allo stesso tempo cresceva l'opposizione che il generale riscuoteva a corte, in particolare dal partito contrario alla negoziazione con i popoli barbari, guidato da [[Olimpio (magister officiorum)|Olimpio]]. Dopo la morte di Maria, Stilicone convinse Onorio a sposarne la sorella [[Termanzia]] ([[408]]), ma quello stesso anno Onorio sposò la causa degli oppositori del comandante, entrando così nella sfera d'influenza del cortigiano che lo convinse a liberarsi di quello condannandolo a morte, facendone uccidere anche il figlio.
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La situazione in Gallia non era però ancora stabilizzata, e da lì giunse un altro pericolo per il potere di Onorio: subito dopo che le truppe di Costanzo erano tornate in Italia, [[Giovino (usurpatore)|Giovino]] si ribellò nella Gallia settentrionale, col sostegno di [[Alani]], [[Burgundi]] e della nobiltà gallo-romana. Giovino cercò l'alleanza con i Goti di [[Ataulfo]] ([[412]]) ma si inimicò il re barbaro proclamando [[augusto (titolo)|augusto]] il proprio fratello [[Sebastiano (usurpatore)|Sebastiano]]: Ataulfo cercò di accordarsi con Onorio, il quale lasciò che il sovrano goto risolvesse il problema dell'usurpatore, sconfitto e ucciso nel [[413]]. In quello stesso anno Costanzo sedò un'altra rivolta, quella di [[Eracliano (usurpatore)|Eracliano]] in Africa.<ref>{{cita libro|cognome=Smith |nome=William |wkautore=William Smith (lessicografo) |titolo=Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology |annooriginale=1870 |url=http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/index.html |formato= |datadiaccesso=2006-08-23 |editore=C. Little and J. Brown |citta=Boston |lingua=inglese |pagine=p. 402 |volume=2}} [http://ancientlibrary.com/smith-bio/1510.html]</ref>
Nel [[414]] Costanzo attaccò Ataulfo, che rimise sul trono nuovamente Prisco Attalo, e sposò [[Galla Placidia]]. Costanzo forzò Ataulfo a ripiegare in Hispania e Attalo, avendo perso il sostegno dei Visigoti fu catturato e deposto.<ref name=elton_attalus /> La tattica di Costanzo di impedire ai Visigoti di ricevere i rifornimenti ebbe i suoi frutti: i Goti soffrirono la fame e il nuovo re Vallia (415-418) accettò di firmare un trattato di pace con i Romani: [[Galla Placidia]] sarebbe stata restituita a Roma, e i Visigoti, in cambio di 600000 misure di grano e del territorio dell'[[Aquitania]], si impegnavano a combattere in nome dei Romani i [[Vandali]], gli [[Alani]] e i [[Suebi]] in [[Hispania]]. I Goti, condotti da Wallia, annientarono i Vandali Silingi nella Betica e gli Alani in Lusitania e Cartaginense, riconsegnando le province conquistate all'Impero; in cambio, Costanzo premiò Wallia e i Visigoti permettendo loro di stanziarsi in qualità di ''foederati'' (alleati dell'Impero) nella Valle della Garonna, in Aquitania, dove ottennero terre da coltivare (418).<ref>Prospero Tirone, anno 419; Idazio, anno 418.</ref> L'Aquitania sembra sia stata scelta come terra dove far insediare i Visigoti per la sua posizione strategica: infatti era vicina sia dalla Spagna, dove rimanevano da annientare i Vandali Asdingi e gli Svevi, sia dal Nord della Gallia, dove forse Costanzo intendeva impiegare i Visigoti per combattere i ribelli separatisti [[Bagaudi]] nell'Armorica.<ref>Heather, pp. 298-299.</ref> Per riallacciare i rapporti con i grandi proprietari terrieri gallici, alcuni dei quali, lasciati in balia dei Barbari, avevano preferito trasferire la loro alleanza dall'Impero ai barbari per scongiurare una possibile confisca dei loro terreni da parte dei nuovi padroni, Costanzo spinse Onorio a istituire un ''concilio delle sette province'' (della Gallia a sud della Loira), che si riuniva ogni anno ad Arelate.<ref>Heather, pp. 307-308.</ref> La prima seduta si tenne nel 418 ed è possibile che abbia riguardato il problema delle terre da assegnare ai Visigoti. Nel frattempo, nel 417 Costanzo inviò Exuperanzio in Armorica, per sedare la rivolta dei Bagaudi e restituire la Gallia nord-occidentale all'Impero, mentre Castino fu inviato contro i Franchi, ed è plausibile che Costanzo abbia cercato di intervenire persino in Britannia.
In Ispania tuttavia la situazione si deteriorò di nuovo: nel 419 Gunderico, re dei Vandali, rinforzato dagli Alani superstiti che si erano uniti a lui, mosse guerra agli Svevi: i Romani, nel 420, reagirono, spingendo i Vandali a trasferirsi in Betica. Infine, nel [[420]]-[[422]] un certo [[Massimo (usurpatore)|Massimo]], forse da identificarsi con il candidato di Geronzio, sorse e tramontò in Hispania.<ref name=elton_massimo /> Probabilmente l'attacco dei Romani ai Vandali del 420 era volto a deporre Massimo, probabilmente innalzato al trono o dai Vandali o dai Svevi; Astirio fu ricompensato per la cattura dell'usurpatore con il patriziato, mentre l'usurpatore fu condotto in catene di fronte a Onorio durante le celebrazioni per il 30º anno di regno di Onorio (422). Nel 422/423 fu allestita una spedizione per annientare i Vandali in Betica: ma la discordia tra i generali Castino e Bonifacio spinse il secondo ad abbandonare la spedizione ritornando in Africa con le sue truppe, e le truppe del solo Castino non furono sufficienti a sconfiggere il nemico: sconfitto in battaglia, forse a causa di un presunto tradimento dei Visigoti, Castino fu costretto al ritiro a Tarragona.
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[[File:Impero d'Occidente 421.PNG|thumb|300px|right|L'Impero romano d'Occidente nel 421. In giallo la parte dell'Impero rimasta sotto il controllo di Onorio. In altri colori i Barbari in Spagna e in Gallia e la Britannia uscita dall'orbita dell'Impero. Grazie all'operato di [[Costanzo III|Flavio Costanzo]], rispetto al 410, l'Impero aveva recuperato la Gallia, sconfiggendo usurpatori e ribelli, e una parte della Spagna, annientando, grazie ai Visigoti, gli Alani.]]
Onorio, spesso in contrasto con il fratello imperatore d'Oriente, cercò l'alleanza con la [[Chiesa cattolica]] eliminando le ultime vestigia del paganesimo come, ad esempio, i giochi gladiatorii. Per rinforzarsi politicamente, Onorio si avvicinò a Costanzo, il quale prima sposò [[Galla Placidia]] ([[417]]), sorella dell'imperatore, poi fu associato al trono nel [[421]]. Nonostante un relativo indebolimento dell'Impero, la situazione stava migliorando decisivamente sotto la ferma guida di Costanzo e non è implausibile che se Costanzo fosse vissuto più a lungo, l'Impero si sarebbe ripreso completamente.<ref>Halsall, ''Barbarian migrations and the Roman West'', p. 234: «Nonostante ciò, a questo punto dovrebbe essere osservato, come pensava lo stesso Orosio quando aveva terminato la sua Storia alcuni anni prima, che la crisi era passata e che l'Impero d'Occidente era prossimo alla piena restaurazione. I barbari in Spagna erano stati sconfitti, i Goti ricondotti all'obbedienza e delle campagne stavano già apparentemente restituendo all'Impero la Gallia settentrionale. Alcuni pochi anni ancora di conduzione così ben diretta ed energica avrebbe teoricamente ristabilito l'Impero d'Occidente fino a persino alla Britannia... Costanzo perì ...nell'ottavo mese di regno, e senza la sua mano ferma... la situazione promettente presto collassò.»</ref> Tuttavia tale stratagemma fu reso vano dal decesso di Flavio Costanzo avvenuto durante il medesimo anno, così che l'imperatore, sentendosi fondamentalmente inadeguato nell'affrontare la profonda ed irreversibile crisi contingente, ritenne opportuno ritirarsi a Ravenna. Nel 422/423, litigò con Galla Placidia, sua sorella, e la costrinse all'esilio:
{{Quote|L'affetto di Onorio per la sorella fu tanto che, deceduto Costanzo, ... usava baciarla frequentemente sulla bocca, facendo nascere in molti il sospetto di una turpe intrinsichezza. Ma tanto amore si convertì poi in odio, ad istigazione specialmente di Spadusa e di Elpidia, nutrice di Placidia, persona a cui essa dava assai confidenza; e v'aggiungeva l'opera sua Leonteo, gran maestro della casa di lei. E le cose giunsero al segno che frequenti sedizioni scoppiarono a Ravenna, e tumulti, e risse con spargimento di sangue; poiché a Placidia era ancora affezionata la turba de'Barbari [Visigoti] a riflesso dei matrimonj di lei con Ataulfo e con Costanzo. Di modo che infine, prevalendo il fratello, per codeste inimicizie, e per l'odio succeduto al primo amore, Placidia co'suoi figliuoli venne confinata a Costantinopoli.|Olimpiodoro, ''Storie'', frammenti e riassunto di Fozio.}}
Morì nell'anno [[423]], di [[edema]]. Aveva trentotto anni e regnava da ventotto; non avendo lasciato eredi, il suo trono fu prima usurpato dall'alto funzionario [[Giovanni Primicerio]], poi recuperato da [[Valentiniano III]], figlio di Galla Placidia.
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|tipologia = magistrato romano
|carica = [[Imperatori romani|<span style="color:#FFA257;">Imperatore romano</span>]]
|immagine= Project Rome logo Clear.png
|periodo = [[395]] - [[423]]
|precedente = [[Teodosio I]]</br>(imperatore su tutto l'impero romano)</br><small>[[379]] - [[395]]</small>
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