Lucien Rebatet: differenze tra le versioni
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Figlio di un [[notaio]], dopo aver abbandonato gli studi di diritto, e in seguito di lettere, entra in qualità di critico musicale nel giornale nazionalista e monarchico l'''[[Action française]]'' nel [[1929]] con lo pseudonimo di François Vinneuil. Nel [[1932]] diventa giornalista presso ''[[Je suis partout|Je Suis Partout]]'', dove il suo stile e le sue convinzioni si rafforzarono.
Firma degli articoli come ''Le Cinéma par ceux qui le font'' (''Il cinema per coloro che lo fanno''), ''Les Etrangers en France. L'invasion'' (''Gli stranieri in Francia. l'invasione''), ''Les Emigrés politiques en France'' (''Gli emigrati polici in Francia''). Accoglie con entusiasmo l’uscita del pamphlet di [[Louis-Ferdinand Céline|Céline]] ''Bagatelles pour un Massacre'' perché Rebatet si rivela un virulento [[antisemitismo|antisemita]]. Oltre agli [[Ebrei]], attacca ferocemente il [[comunismo]], la [[democrazia]] la [[Chiesa (istituzione)|Chiesa]] (il che non gli impedisce di proclamare la sua fede in [[Dio]] e la sua ammirazione per il generale [[Francisco Franco]]), e, dopo inchieste in [[Germania]] e in [[Italia]], si proclama [[Fascismo|fascista]].
=== 1940 - 1944: l'apologia del collaborazionismo ===
Richiamato nel gennaio del [[1940]], Lucien Rebatet viene congedato in febbraio, e lo si ritrova a [[Vichy]] dove lavora alla radio. Ritornato a [[Parigi]], dopo un passaggio al giornale ''[[Le Cri du Peuple]]'' di [[Jacques Doriot]], ritorna a ''Je suis partout''. Firma ''Les Tribus du Cinéma et du Théâtre'' e ''Le Bolchevisme contre la Civilisation''.
Nel [[1942]] pubblica ''Les Décombres'' ( ''Le Macerie''), dove indica come responsabili dello sfacelo del 1940 gli Ebrei, i [[politica|politici]] e i militari. I rappresentanti del [[governo di Vichy]] non vengono risparmiati. Vi spiega che la sola via d’uscita per la [[Francia]] è quella di impegnarsi a fondo nella collaborazione con la [[Germania]] [[nazismo|nazista]]. È un gran successo sotto l’Occupazione (tiratura stimata in 65 000 copie).
Il suo ultimo articolo del
===1945 - 1972: una vita da scrittore===
Arrestato
Liberato il
Nel [[1969]] pubblica ''Une histoire de la musique'' la sua opera meno politica e più conosciuta, che rimane come un autentico libro di riferimento, benché i giudizi espressi tanto sui compositori che sulle opere siano spesso improntati alla soggettività del loro autore, in particolar modo per ciò che concerne la tradizione lirica francese (giudizi su [[Daniel Auber|Auber]], [[Charles Gounod|Gounod]], [[Ambroise Thomas|Thomas]], [[Georges Bizet|Bizet]], [[Ernest Reyer|Reyer]], [[Jules Massenet|Massenet]], [[Camille Saint-Saëns|Saint-Saëns]], [[Bruneau]], [[Marc-Antoine Charpentier|Charpentier]] ecc., e in modo assai comprensibile da parte dell'autore su [[Giacomo Meyerbeer|Meyerbeer]] e [[Jacques Fromental Halévy|Halévy]], che vede il suo capolavoro ''[[La Juive]]'' (''L'ebrea'') qualificato come "razzista", il che non manca d'ironia).
Lucien Rebatet, con lo [[pseudonimo]] di '''François Vinneuil''', è stato anche un critico [[cinema]]tografico.
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