Pier Soderini: differenze tra le versioni
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Con l'instabilità del nuovo regime repubblicano, venne deciso di estendere il mandato di Piero, in quel momento gonfaloniere di giustizia, a vita ([[1502]]), tentando un esperimento di [[Doge (Venezia)|dogato]] come a [[Venezia]] o a [[Genova]]. Il Soderini veniva infatti giudicato come uomo probo e imparziale che non avrebbe agito nel suo interesse (come i [[Medici]]), ma in quello collettivo.
Alcune sue riforme furono senz'altro importanti, come quella dell'[[erario]] con l'introduzione della ''Decima'', e quella dell'ordinamento giudiziario, con la sostituzione di un ''tribunale della Ruota'' alle varie magistrature del [[podestà]] del [[capitano del popolo]]. Nel [[1509]] [[Pisa]] veniva riassoggettata a [[Firenze]] dopo la ribellione dell'autunno del [[1494]]. La condotta del Soderini comunque non fu priva di incertezze ed errori, che nel tempo hanno sempre più messo in luce la sua mediocrità e mancanza di polso in una carica così critica, nonostante la collaborazione di alcuni personaggi di prim'ordine tra i quali spiccava [[Niccolò Machiavelli]].
L'errore più grave di Pier Soderini fu comunque quello di aver acconsentito, nell'autunno del [[1511]], alla convocazione nel territorio della repubblica dello "scismatico" [[Concilio di Pisa (1511)|Concilio di Pisa II]], voluto da [[Luigi XII di Francia]], che dichiarò decaduto [[Papa Giulio II]].
Il temerario papa Della Rovere si alleò allora con vari signori italiani, compresi i Medici, e inviò in [[Toscana]] un contingente spagnolo di armati guidati dal viceré di [[Napoli]] [[Raimondo de Cardona (generale)|Raimondo de Cardona]], che, in una prova di forza, mise a segno il [[Sacco di Prato]] nell'agosto [[1512]], spaventando a morte Firenze, che aprì con solerzia le sue porte trattando la resa con gli invasori.
Il
==La decorazione del Salone dei Cinquecento==
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