Enrico II di Guisa: differenze tra le versioni
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{{quote|Il duca di Guisa ha lasciato la sposa in Francia, la moglie in Fiandra, la puttana in Roma e lascerà la pelle in Napoli|<ref>La rivolta di Masaniello di Aurelio Musi</ref>}}
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{{Bio
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Sposò in prime nozze nel [[1639]] la cugina [[Anna Maria di Gonzaga-Nevers|Anna Maria Gonzaga]] ([[1616]] – [[1684]]), figlia di [[Carlo I di Gonzaga-Nevers]]. Il matrimonio fu annullato nel [[1641]] e nel medesimo anno Enrico sposò Onorina di Grimberghe († [[1679]]) dalla quale si separò due anni dopo. Nessun figlio nacque dai due matrimoni.
Cospirò contro il [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|cardinale Richelieu]] con [[Luigi di Borbone-Soissons|Luigi di Borbone, conte di Soissons]] e combatté a fianco di quest'ultimo la [[battaglia della Marfée]] (
Rinnovando le pretese della sua famiglia sul [[Regno di Napoli]], partecipò alla rivolta di [[Masaniello]] nel [[1647]], e governò per sei mesi la cosiddetta ''[[Repubblica Napoletana (1647)|Reale Repubblica di Napoli]]'' sotto protettorato francese, ma il mancato appoggio da parte del [[cardinale Mazarino]] nonché i suoi strafalcioni diplomatici gli impedirono di mantenere il regno.
Già all'inizio del suo governo, [[Gennaro Annese]] gli delegò soltanto il comando militare, con i medesimi poteri con cui "il Serenissimo Principe d'Orange difende la Repubblica e Stati populari d'Olanda"<ref>Le leggi, Conti, cit. p.114</ref>. Questa formula limitava al massimo l'azione del Guisa che peraltro, nel giuramento di fedeltà alla repubblica - prestato solennemente nel [[Cattedrale di Napoli|Duomo]] alla presenza del [[Ascanio Filomarino|cardinale Filomarino]] (
Questa prospettiva era inaccettabile per il francese che per sopravvivere politicamente doveva saldare le aspettative del popolo con quelle dei nobili. Un mese dopo il giuramento, il Duca di Guisa fece un altro errore che lo allontanò dai repubblicani e dai popolari: si proclamò Duce della Serenissima Real Repubblica. Lo scontro finale giunse quando il Guisa tentò di esautorare la Consulta, ossia il "covo" del pensiero repubblicano, mettendogli contro i capitani delle Ottine, che diceva di considerare "senatori appresso al duca"<ref>Racconto diVerde, cit., ff. 263 r.v</ref>.
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Erano problemi che richiedevano l'ausilio di un'apposita assemblea costituente, ma erano anche uno stratagemma del Guisa per temporeggiare ulteriormente. [[Antonio Basso]] ripiegò allora sulla creazione di un senato provvisorio da eleggersi nell'ambito della Consulta che, a suo dire, rappresentava già il "corpo del Senato"<ref>così il Guisa nelle Memorie, I, cit. pp 424-38</ref>. Nel frattempo però i capitani delle Ottine potevano fungere da vice senatori.
L'esplodere della rivolta in tutto il viceregno, e l'irruzione delle truppe spagnole attraverso il varco della "Porta dell'Oglio" il
Dopo qualche tempo fu trasferito in Spagna, dove rimase detenuto dal [[1648]] al [[1652]]. Una volta liberato tentò una seconda campagna per la riconquista di [[Napoli]], ma subì uno scacco anche a causa dell'intervento di una flotta inglese al comando dell'ammiraglio [[Robert Blake]]. Si installò definitivamente a Parigi come Gran Ciambellano di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] e vi finì i suoi giorni.
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|tipologia = titolo nobiliare
|carica = [[Duca di Guisa]]
|periodo =
|precedente = [[Carlo I di Guisa]]
|successivo = [[Luigi Giuseppe di Guisa|Luigi Giuseppe I]]
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