|   == Tematica == '''''Xala'''''  è un racconto allegorico sulla corruzione della nascente borghesia senegalese schiacciata tra l’ossessione per le comodità occidentali (l’aria condizionata, l’acqua minerale, le automobili, le valigette ventiquattrore piene di banconote) e la cultura tradizionale. Il film affronta tematiche quali la corruzione e lo scontro tradizione/modernità, raccontando la caduta di El Hadji uomo d’affari che a causa dei suoi imbrogli, perde tutto e viene processato da  due gruppi sociali agli antipodi, gli uomini d’affari e i mendicanti. Nelle sequenze finali, El Hadji, abbandonato da tutti a causa dello “xala” subisce infatti un doppio processo. Il primo all’interno della camera di commercio dove i suoi colleghi, accusandolo di avere disonorato la  confederazione, lo cacciano. Il secondo nella sua stessa casa, dove il capo dei mendicanti svela di essere l’artefice dello “xala”, gesto di vendetta per essere stato derubato molti anni prima dallo stesso El Hadji. Nella scena finale El Hadji attorniato dai mendicanti viene ricoperto di sputi in un gesto di estremo disprezzo. El Hadji viene punito e giudicato così non solo da chi ha subito il torto ma dall’intera società simbolicamente rappresentata dai potenti e dai miserabili. I concetti di giustizia e vendetta però si sovrappongono e il processo finale avviene al di fuori della legalità.   Nelle sequenze finali, El Hadji, abbandonato da tutti a causa dello  “xala” subisce infatti un doppio processo. Il primo all’interno della camera di commercio dove i suoi colleghi,  accusandolo di avere  disonorato la  confederazione, lo cacciano. Il  secondo  nella sua stessa casa, dove   il capo dei mendicanti svela di essere l’artefice dello “xala”,  gesto di vendetta per essere stato derubato molti  anni prima dallo stesso El Hadji. Nella scena finale El Hadji attorniato dai mendicanti  viene ricoperto di sputi  in un  gesto di estremo disprezzo. 
 El Hadji percorre un arco trasformazionale simile ad uno dei modelli topografici che secondo il critico André Gardies caratterizzerebbero il cinema africano francofono. In questo modello, un soggetto inizialmente congiunto allo spazio sociale che lo circonda affronta un percorso che lo porterà ad un distacco dal proprio contesto. La caduta dell’eroe è un tema che si ritrova inoltre in numerose   favole tradizionali africane. Nel ciclo di ''Leuk Lièvre et Touki Hyène'' <ref> Denise Paulme, La mère divorante. Essai sur la morphologie des contes africains, Gallimard, Paris, 1976, pag. 23-29 </ref> per esempio si ripete frequentemente la situazione di  un personaggio che commette una mancanza e per questo viene punito, a volte   fino alla morte. Queste storie rientrano nel  genere denominato dell’  ''astuto imbroglione'', un personaggio dalle mille sfaccettature che può caratterizzarsi, a seconda dei casi, come  eroe positivo o negativo e la cui matrice è stata spesso identificata   nei personaggi letterari e cinematografici di Sembène. Secondo il critico senegalese Mbye Cham <ref> Mbye Cham, “Tradizione orale e cinema africano: i film di Sembène Ousmane” in Il cinema dell’Africa Nera 1963-1987, Fabbri Editori, 1987, Milano  </ref>  El Hadj incarnerebbe la versione politica contemporanea dell’astuto imbroglione .▼ El Hadji viene punito e giudicato così non solo da chi ha subito il torto ma dall’intera società simbolicamente rappresentata  da  i potenti e  da i miserabili. I concetti di giustizia e vendetta però si   sovrappongo e il processo finale avviene   al di fuori della legalità
 El Hadji percorre un  arco trasformazionale simile ad  uno dei  modelli  topografici     che secondo il critico  André Gardies caratterizzerebbero il cinema  africano francofono. In questo  modello, un soggetto inizialmente congiunto allo spazio sociale che lo circonda affronta un percorso che lo porterà ad un distacco dal proprio contesto. 
 ▲La caduta dell’eroe è un tema che si ritrova inoltre in numerose  favole tradizionali africane. Nel ciclo di ''Leuk Lièvre et Touki Hyène'' <ref> Denise Paulme, La mère divorante.Essai sur la morphologie des contes africains, Gallimard, Paris, 1976, pag. 23-29 </ref> per esempio si ripete frequentemente la situazione di  un personaggio che commette una mancanza e per questo viene punito, a volte  fino alla morte. Queste storie rientrano nel  genere denominato dell’ ''astuto imbroglione'', un personaggio dalle mille sfaccettature che può caratterizzarsi, a seconda dei casi, come  eroe positivo o negativo e la cui matrice è stata spesso identificata  nei personaggi letterari e cinematografici di Sembène. Secondo il critico senegalese Mbye Cham <ref> Mbye Cham, “Tradizione orale e cinema africano: i film di Sembène Ousmane” in Il cinema dell’Africa Nera 1963-1987,Fabbri Editori, 1987, Milano  </ref>  El Hadj ncarnerebbe la  versione politica contemporanea  dell’astuto imbroglione
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