Gilgameš: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|altri significati|[[Gilgamesh (disambigua)]]}}
[[ImmagineFile:Hero lion Dur-Sharrukin Louvre AO19862.jpg|thumb|200px|Gilgamesh che doma un leone, fregio dal palazzo di [[Sargon II]] ([[Museo del Louvre]]).]]
'''Gilgamesh''' ({{IPA|ˈɡilɡameʃ|}}, ''Gilgameš'', o anche '''Bilgames''' nei primi testi sumerici)<ref>{{Cita libro | autore = Andrew George | titolo = The epic of Gilgamesh: the Babylonian epic poem and other texts in Akkadian and Sumerian | editore = Penguin Books | ISBN = ISBN 9780140449198 | anno = 2003 | pagine = 228
}}</ref> è un personaggio della [[mitologia mesopotamica]]. Mitico re dei [[Sumeri]], fu il quinto re di [[Uruk]], il più antico agglomerato urbano dell'odierno [[Iraq]], nelle vicinanze del [[Golfo Persico]].
 
Le sue vicende sono narrate nel primo [[poema epico]] della storia dell'umanità, denominato successivamente ''[[Epopea di Gilgamesh]]''. Si tratta di una leggenda [[Babilonia|babilonese]], il cui nucleo principale risale ad antiche leggende sumeriche, ma che venne trascritta molto tempo dopo il periodo in cui è ambientata la storia. La prima stesura dell'epopea, pervenutaci in frammenti appartiene alla [[letteratura sumerica]], ma la versione più completa sinora nota venne incisa su undici tavolette di [[argilla]] che furono rinvenute tra i resti della biblioteca reale nel palazzo del re [[Assurbanipal]] a [[Ninive]], capitale dell'[[Assiria|impero assiro]]. Questa redazione tarda della leggenda, risale al [[VII secolo a.C.]]
 
==La trascrizione dell'Epopea==
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Gilgamesh, per due terzi divino e per un terzo umano, è un sovrano tirannico che costringe i giovani guerrieri della sua città a continui e sfiancanti esercizi, finché non incontra [[Enkidu]], creatura selvaggia plasmata dagli dei per rispondere alle preghiere dei cittadini di [[Uruk]]. Gilgamesh ed Enkidu lottano selvaggiamente, durante la festa di Ishkarra (nella quale alcuni studiosi ritengono di ravvisare una sorta di ''[[ius primae noctis]]''). Non riuscendo a prevalere nonostante la sua forza leggendaria, Gilgamesh, colpito dal valore del suo avversario, stringe con lui un solenne patto d'amicizia.
I due amici si avventurano fuori dalla città verso la foresta dei cedri dove il terribile mostro [[Khubaba]] sta a guardia dei pregiati alberi. Il loro scopo è tagliare i tronchi più belli per portarli ad Uruk ma vengono scoperti dal mostro. Uniti combattono e sconfiggono la bestia e così i due eroi trionfanti fanno ritorno ad Uruk con il prezioso bottino, dove la dea [[Ishtar]], impressionata dalla bellezza e dal valore di Gilgamesh, gli propone di diventare suo sposo, ma riceve un netto rifiuto (motivato dalla discontinuità dell'amore della dea, che era solita condannare in un modo o nell'altro i suoi amanti). Ella, quindi, chiede a suo padre [[An (mitologia)|Anu]] di affidarle il Toro celeste, che scatena per le strade di Uruk. Enkidu affronta due volte il toro, dapprima da solo, e poi con l'aiuto di Gilgamesh, e durante il combattimento afferra il toro per la coda mentre Gilgamesh lo colpisce con la sua spada tra le corna. I due eroi trionfano, forti del loro valore. Enkidu tuttavia per volontà degli dei muore a seguito di una malattia e Gilgamesh, per la prima volta, è affranto dal dolore.
 
Sconvolto, parte alla ricerca dell'unico uomo che conosce il segreto dell'[[immortalità]]: [[Utnapishtim]], il lontano, antico re di Shuruppak sopravvissuto al [[diluvio universale]], ma quando, dopo numerose peripezie, riesce ad incontrarlo, nella terra di ([[Dilmun]]) - ''là dove sorge il sole'' - deve arrendersi all'evidenza: le circostanze che hanno dato al suo antenato l'immortalità sono eccezionali e non ripetibili. Riceve però indicazioni su come raccogliere in fondo al [[mare]] un'[[Erba (botanica)|erba]] simile al [[biancospino]] il cui nome è ''vecchio-ritorna-giovane'', che intende portare al suo popolo, ma dopo essere riuscito a coglierla, immergendosi con l'aiuto del battelliere [[Urshanabi]], mentre si riposa accanto a un ruscello, un [[serpente]] la porta via e, dopo averla mangiata, cambia pelle. Gilgamesh fa quindi ritorno ad Uruk e qui l'[[epopea]] babilonese classica si interrompe.
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Tra gli autori di romanzi fantastici o pseudostorici che ricostruiscono o reinventano le peripezie di Gilgamesh troviamo [[Robert Silverberg]], [[Angelo R. Mazzarese]], [[Theodor H. Gaster]], [[Paola Capriolo]], [[Joan London]] e altri ancora.
 
* Gilgamesh è protagonista del romanzo fantascientifico di [[Wilson Tucker]] ''[[Signori del tempo (romanzo)|Signori del tempo]]'' (''The Time Master'', [[1954]]; catalogo Urania No. 615), dove è un naufrago spaziale precipitato sulla Terra che, grazie a un metabolismo più lento, riesce a vivere molto più a lungo degli esseri umani, anche se non all'infinito. Giunto ai giorni nostri egli assume l'identità di Gilbert Nash, di professione investigatore privato.
 
* Gilbert Nash tornerà in un altro romanzo di Tucker, ''L'uomo che veniva dal futuro'' (''Time Bomb'', [[1955]]; catalogo Urania No. 743).
 
* In un episodio del ''Libro Rosso'' (1914-1930)lo psichiatra zurighese Carl Gustav Jung descrive un incontro immaginario con Gilgamesh, chiamato con il suo antico nome Izdubar.
 
*L'autore argentino di origine irlandese [[Robin Wood]] ha dedicato all'eroe una vera e propria saga a fumetti, ''[[Gilgamesh (fumetto)|Gilgamesh]]'', illustrata da [[Lucho Olivera]], considerata dalla critica il suo capolavoro.
 
* L'autore statunitense [[Jim Starlin]] ha scritto per la [[DC Comics]] un futuristico ''[[graphic novel]]'' intitolato ''[[Gilgamesh II]]''.