Georgij Apollonovič Gapon: differenze tra le versioni
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La lettera fu stampata in opuscolo a spese del governo russo, che ricompensò con 200 rubli Gapon. Questi rilasciò diverse interviste ai quotidiani francesi. Il [[13 dicembre]] dichiarò a « [[Le Matin]] » che bisognava « tagliar corto con le violenze, gli scioperi, l'eccitamento delle masse » e rinunciare a richiedere la giornata lavorativa di 8 ore che « causerebbe la rovina delle nostre industrie nazionali e provocherebbe nel popolo una spaventosa carestia ». Il popolo russo, a suo giudizio, non era pronto per l'emancipazione, ma per fortuna in Russia governava Vitte: « Soltanto in lui c'è salvezza ».<ref>J.-J. Marie, cit., pp. 226-227.</ref>
Il [[22 dicembre]] dichiarava al parigino « [[Le Journal]] » di essere sempre un socialista ma non più un partigiano della rivoluzione, perché « oggi la repubblica non converrebbe al mio paese », e finalmente il [[30 dicembre]], a « [[La Petite République]] » ammise di « aver sbagliato » un tempo: « I fatti del 22 gennaio sono stati snaturati. Il paese chiedeva pacificamente la libertà e ora il popolo russo ripete gli errori della [[Comune di Parigi|Comune]] [...] I contadini non sono pronti per la libertà, il popolo russo non è pronto per la rivoluzione ».<ref>J.-J. Marie, cit., p. 229.</ref>
==Note==
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