Polimixina B: differenze tra le versioni

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Lo sviluppo di resistenza acquisita alla polimixina B è poco frequente; tuttavia si possono riscontrare casi di resistenza da parte di enterobatteri esposti a concentrazioni subletali dell'antibiotico. Esiste inoltre resistenza crociata completa tra polimixina B e [[colistina]].
 
I [[cationi]] divalenti come il [[Calcio (elemento)|calcio]] ed il magnesio riducono l'attività dell'antibiotico (l'azione della polimixina è meno marcata ''[[in vivo]]'' piuttosto che ''[[in vitro]]'').
 
La polimixina B solfato viene scarsamente assorbita dal tratto intestinale, eccetto che nel neonato. L'assorbimento dell'antibiotico è trascurabile anche dopo [[somministrazione topica]] su [[cute]] integra, ustioni, ferite, [[mucose]], e nella [[vescica]]. La polimixina B solfato viene invece assorbita attraverso la [[pleura]] e il [[peritoneo]] e in seguito ad inalazione nel tratto [[bronchi]]ale. Essa non subisce [[metabolismo]] presistemico. La sua [[emivita]] [[Plasma (biologia)|plasma]]tica risulta di circa 6 ore. Il picco di [[concentrazione]] plasmatica viene ottenuto circa 2 ore dopo somministrazione intramuscolare di una dose singola, ma è soggetto a considerevoli variazioni interindividuali. Infatti, dopo iniezione i.m. di 500.000 UI (50 mg), i livelli di picco possono risultare elevati (8 µg/ml) o minimi (1-2 µg/ml). Il volume di distribuzione non è noto, ma è certo che l'antibiotico non penetra facilmente nelle cavità articolari, nel [[liquido cerebrospinale]] e nell'[[umor acqueo]], persino quando è presente un'[[infiammazione]]. La polimixina B si lega estesamente alle membrane cellulari nei tessuti dei [[mammiferi]], mentre il suo legame con le [[proteine]] plasmatiche risulta scarso. Somministrazioni ripetute di antibiotico possono dar luogo ad accumulo. Non è noto se il farmaco venga escreto nel [[latte materno]] o se attraversi la [[barriera placentare]].