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==Sinopsi==
===Atto I===
[[Didone]] ha accolto nel suo palazzo a [[Cartagine]] [[Enea]], fuggito dacon i suoi dalla distruzione di [[Troia (Asia Minore)|Troia]]. La confidente Belinda, accortasi che [[Didone]] è turbata, le parla del radioso futuro che la attende, ma Didone le dice che è in preda a un tormento che non può confessare. Ma la confidente intuisce che [[Enea]] è la causa.<br> Belinda, fiduciosa di un'alleanza con i troiani, invita Didone a lasciarsi sedurre da Enea. Didone rifiuta, anche se lo desidera. Al termine dell'atto, si scatenano tuoni e lampi.
Belinda, fiduciosa di un'alleanza con [[Troia (Asia Minore)|Troia]], invita [[Didone]] a lasciarsi sedurre da [[Enea]]. [[Didone]] rifiuta, anche se lo desidera. Al termine dell'atto, si scatenano tuoni e lampi.
===Atto II===
====;Quadro I====
Nella grotta della maga, sono convocate le streghe perché partecipino al trionfo del male su [[Cartagine]], che sarà preda delle fiamme, e [[Didone]] perderà amore, trono e vita. Intanto un folletto, sotto le sembianze di [[Mercurio (divinità)|Mercurio]], sollecita Enea a fuggire durante la caccia. Ma le streghe scatenano una tempesta affinché Didone ed Enea rientrino a corte.
Intanto un folletto, sotto le sembianze di [[Ermes|Mercurio]], sollecita [[Enea]] a fuggire durante la caccia. Ma le streghe scatenano una tempesta affinché [[Didone]] ed [[Enea]] rientrino a corte.
In un boschetto, Belinda contempla le valli e i boschi nei quali si svolge la caccia di [[Enea ]]. Improvvisamente si scatena la tempesta e Belinda sollecita tutti a rientrare alla reggia. Ad un tratto appare un folletto della maga, che in nome di [[ ZeusGiove (divinità)|Giove]] gli ordina di lasciare [[Cartagine ]] e di partire per [[Roma]]. [[Enea ]], lamentando la sua triste sorte, deve acconsentire e sottomettersi al volere degli dèi. ▼
▲In un boschetto, Belinda contempla le valli e i boschi nei quali si svolge la caccia di [[Enea]]. Improvvisamente si scatena la tempesta e Belinda sollecita tutti a rientrare alla reggia. Ad un tratto appare un folletto della maga, che in nome di [[Zeus|Giove]] gli ordina di lasciare [[Cartagine]] e di partire per [[Roma]]. [[Enea]], lamentando la sua triste sorte, deve acconsentire e sottomettersi al volere degli dèi.
===Atto III===
I marinai cantano lieti per l'imminente partenza. La maga e le streghe osservano la scena, esultando per la sventura che incombe su Cartagine, e decidono di perseguitare [[Enea]] quando sarà in mare con una tempesta. <br>Didone, certa di perdere l'amato, giunge al porto e confessa tutta la sua disperazione. Enea le spiega che la sua partenza è voluta dagli dèi, ma Didone l'accusa d'ipocrisia e lo rifiuta, come un ripiego, la disponibilità che Enea le dichiara a rimanere comunque a Cartagine.
[[Didone]], certa di perdere l'amato, giunge al porto e confessa tutta la sua disperazione. [[Enea]] le spiega che la sua partenza è voluta dagli dèi, ma [[Didone]] l'accusa d'ipocrisia e lo respinge, anche se [[Enea]] giura che rimarrà ancora a [[Cartagine]]. <br>
[[Didone]], non potendo vivere senza Enea, muore di dolore tra le braccia della sorella profondendosi nello struggente [[EneaLamentazione|lamento]], muore"When I am laid in earth", che costituisce uno dei brani più famosi di doloretutta la storia del melodramma. Sulla sua tomba compaiono allora gli [[Amorino|Amorini]]: e il [[coro]] li prega di vegliare per sempre sull'anima della sfortunata regina.
== Note ==
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