Palazzo Sacchetti: differenze tra le versioni

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Il '''palazzo Sacchetti''' è situato in [[via Giulia]] a [[Roma]].
 
La sua costruzione fu eseguita su progetto di [[Antonio da Sangallo il Giovane|Antonio da Sangallo]], che ne volle fare la propria abitazione, ottenendo nel [[1542]] il terreno ed una preesistente casa non finita di proprietà del Capitolo Vaticano da [[Paolo III]], suo principale se non esclusivo committente, a cui dedicò lo stemma ancora esistente sulla facciata principale. All'edificio l'architetto, che soleva definire "palazzo perfetto", dedicò gli ultimi anni della sua vita soprattutto per la progettazione fino al [[1545]]; quando morì nel [[1546]] passò a suo figlio Orazio, e la costruzione venne portata a termine da [[Nanni di Baccio Bigio]]. Acquistato dai Ricci di Montepulciano che vi profusero ingenti somme per lavori di ampliamento e di apparati decorativi, passò in seguito alla famiglia Cevoli o Ceuli da cui prese nome l'adiacente Vicolo del Cefalo; nel 1608 fu acquistato dal cardinale Ottavio [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva d'Aragona]] [[arcivescovo di [[Napoli]], che prima del 1612, anno della sua morte, vi fece costruire la cappella affrescata da [[Agostino Ciampelli]]. Nel 1648 gli Acquaviva vendettero il palazzo ai marchesi [[Sacchetti (famiglia)|Sacchetti]] provenienti da [[Firenze]], che ancora lo possiedono.
 
Il palazzo ospita alcuni dei cicli più significativi del [[manierismo]], con opere di [[Francesco Salviati]], a cui si devono gli affreschi del salone dei Mappamondi, [[Pietro da Cortona]] e [[Jacopino del Conte]].