{{Citazione necessaria|Un detto popolare chiama i vicentini "magnagati", ovvero "mangia gatti", segno della povertà del territorio e della sua gente nei periodi passati: soprattutto in tempo di guerra (anche durante la [[seconda guerra mondiale]]) le famiglie spesso erano costrette a cibarsi anche di gatti.}}
Questo segno di disperazione era abbastanza diffuso in tutta Italia, tant'è che un decreto del [[Ministero degli Internidell'Interno]] del 1943 vietava espressamente l'uccisione di gatti per scopi alimentari, al fine di evitare la proliferazione di topi; la tradizione, comunque, affida particolarmente ai vicentini la nomea di mangiatori di gatti. Sulle ragioni di questa attribuzione ci sono diverse leggende, ma l'unico collegamento storico è rintracciabile nel 1509, quando Padova era attaccata dalle truppe della lega di Cambrai, allestite contro la Serenissima Repubblica. Tra gli aggressori vi erano i vicentini, tradizionali nemici dei sudditi dei Carraresi, e sarebbe a loro che i padovani mostrarono in segno di disprezzo, dall'alto delle mura, una gatta appesa a una lancia: «Lo sfottò era riferito alla macchina da guerra conosciuta come "il gatto" e utilizzata anche dalle truppe imperiali». {{Citazione necessaria|L'invito è a sfondo sessuale: «Venite a prendere, nel senso biblico di "possedere", la gatta, se ne siete capaci».}}