Cosimo Corsi: differenze tra le versioni

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Nato da nobile famiglia fiorentina, abbracciò lo stato ecclesiastico nel [[1815]]. Ottenne la laurea in [[diritto canonico]] a [[Roma]], nel giugno del [[1818]].
 
Fu ordinato sacerdote nel [[1821]]. Nel [[1825]] divenne segretario della Congregazione dei Sussidi e nel [[1835]] decano degli uditori del [[Tribunale della Rota Romana|Tribunale della Sacra Rota]].
 
Nel [[concistoro]] del 24 gennaio [[1842]] fu elevato da [[papa Gregorio XVI]] al rango di [[cardinale]] del [[titolo cardinalizio|titolo]] dei [[Santi Giovanni e Paolo (titolo cardinalizio)|Santi Giovanni e Paolo]].
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Divenne arcivescovo di [[Arcidiocesi di Pisa|Pisa]] il 19 dicembre [[1853]], mantenendo la carica fino alla morte.
 
Deciso oppositore dell'unità d'Italia, il 19 maggio [[1860]] fu arrestato dai [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]], su ordine di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], per aver vietato di cantare il ''[[Te Deum]]'' alla festa dello [[Statuto Albertino|Statuto]] del 13 maggio e condotto a [[Torino]]. L'arresto fu giudicato arbitrario perché in [[Toscana]] era ancora in vigore la [[Codice leopoldino|legislazione leopoldina]], che non imponeva al clero di celebrare solennemente le feste civili, ma l'arresto fu eseguito a norma del [[codice penale albertino|codice penale]] [[Regno di Sardegna|piemontese]] del [[1859]], che puniva il clero per l'«indebito rifiuto dei propri uffizi»<ref>[[Giordano Bruno Guerri]], ''Antistoria degli italiani'', Mondadori, Milano, 1997, p. 226</ref><ref>[[Giacomo Margotti]], [http://books.google.it/books?id=CWMvAAAAYAAJ&pg=RA1-PA161 ''Memorie per la storia de' nostri tempi''], vol. 2, Torino 1864, pp. 161-169</ref>. In breve tempo fu rilasciato e poté riprendere il suo episcopato.
 
Tra il 1860 e il [[1866]] aiutò il partito federalista-cattolico legato ai giornali ''Patria'' e ''Firenze'' e a personalità come [[Eugenio Alberi]].
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Partecipò al [[Concilio Vaticano I]].
 
Morì nella villa di Agnano all'età di 72 anni e fu sepolto temporaneamente nella cappella della villa.<ref>Secondo [[Pius Bonifacius Gams]], in ''Series episcoporum Ecclesiae catholicae, quotquot innotuerunt a beato Petro apostolo'', il cardinale morì tre giorni dopo, il 10 ottobre.</ref> Il governo italiano si oppose alla sua sepoltura nella [[Duomo di Pisa|cattedrale di Pisa]].<ref>[http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=4461 Rassegna stampa - Centro Cattolico di Documentazione di Marina di Pisa]</ref>
 
== Bibliografia ==
*Dati riportati su [http://www.catholic-hierarchy.org www.catholic-hierarchy.org] alla pagina [http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bcorsi.html Cosimo Cardinal Corsi]
 
== Note ==
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*[[Diocesi di Jesi]]
*[[Arcidiocesi di Pisa]]
*[[Chiesa di San Leonardo]] di [[Stagno]]
 
{{Box successione
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precedente=[[Giovan Battista Perretti]]|
successivo=[[Paolo Micallef]]|
carica=[[Arcidiocesi di Pisa|Arcivescovo di Pisa]]</br>Primate di Sardegna e Corsica|
periodo= 19 dicembre [[1853]] - 7 ottobre [[1870]]|
immagine=ArchbishopPallium PioM.svg