Suleiman Mahmud al-Obeidi: differenze tra le versioni

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Già comandante dell'esercito a [[Tobruk]] sotto il regime di [[Mu'ammar Gheddafi]], è stato uno dei primi ufficiali nell'alta gerarchia delle forze armate libiche a protestare o a rassegnare le dimissioni nel corso del 2011, in occasione della [[Guerra civile libica]].<ref>''The Wall Street Journal'', "Defections from the Libyan regime", 23 febbraio 2011. [url = http://blogs.wsj.com/dispatch/2011/02/23/defections-from-the-libyan-regime/]</ref><ref>''[[Financial Times]]'', "Tubruq’s free locals take first decisions", 24 febbraio 2011. [url = http://www.ft.com/cms/s/0/5ff2c5fa-404d-11e0-9140-00144feabdc0.html#axzz1H5qGS3ZZ]</ref> Circa la metà dei 6.000 soldati stimati che s'erano uniti ai rivoltosi anti-Gheddafi prendevano ordini dal [[Generale|gen.]] al-ʿObaydī<ref>''[[The Economist]]'', "The battle for Libya: The colonel fights back", 10 marzo 2011. [url = http://www.economist.com/node/18338840?story_id=18338840]</ref> prima che il [[28 luglio]] 2011 fosse assassinato in circostanze oscure il gen. [[Abd al-Fattah Yunis|ʿAbd al-Fattāḥ Yūnis]], il comandante in capo dell'[[Esercito di Liberazione Nazionale]] formato dai rivoltosi libici. L'[[Associated Press]] ha riferito il giorno seguente che al-ʿObaydī era succeduto a Yūnis come comandante in capo.<ref>[url=http://www.kansascity.com/2011/07/29/3044957/officer-accuses-fellow-rebels.html Agenzia "Kansas City Star" del 29 luglio 2011; sito controllato il 29 luglio 2011 ("Officer accuses fellow rebels in Libya killing", di Rami Al-Shaheibi]</ref>
 
==Note==