Cecè: differenze tra le versioni

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La commedia narra, in maniera insolitamente comica per lo stile del [[drammaturgo]], la storia di un ''viveur'', Cecè, capace di imbrogliare la gente senza farsi alcuno scrupolo. Un umorismo quindi che si potrebbe definire cinico per il sottofondo di situazioni ambigue ed immorali da cui si sviluppa.
 
Fu al personaggio dell'imbroglione pirandelliano che [[Sergio Tofano]] s'ispirò per la macchietta del "bellissimo Cecè", personaggio dei [[fumetto|fumetti]] nato nel [[1917]], come un azzimato damerino che comparve per svariati decenni nelle storie del ''[[Signor Bonaventura]]'' sulle pagine del [[Corriere dei Piccoli]].
 
==Trama==
 
È la Roma dell'Italietta, la Terza Roma, protagonista di scandali e corruzione politica, lo sfondo sociale su cui si svolge la vicenda di Cecè, tipico esemplare di quel mondo [[parassita]] di clientele [[politica|politiche]] che ormai, per abitudine e [[cinismo]], non era nemmeno più avvertito come immorale.
 
Con spudorata allegria, Cecè imbroglia sia il commendator Squatriglia, che per i suoi loschi traffici di appaltatore, è venuto a ringraziarlo per un favore ottenuto, sia Nadia, una giovane dai facili costumi, che possiede delle [[cambiale|cambiali]] dell'imbroglione che con una serie di stratagemmi riuscirà a riprendersele.
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[[Categoria:Opere teatrali di Pirandello|Cecè]]
[[Categoria:Opere teatrali italiane|Cecè]]
[[Categoria:Opere teatrali in italiano|Cecè]]