Dadaismo: differenze tra le versioni

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=== Perché ''Dada''? ===
{{quote|Dada non significa nulla. È solo un suono prodotto della bocca.|''Manifesto Dada'' del [[1918]], di [[Tristan Tzara]]}}
L'origine della parola ''Dada'' non è chiara; esistono varie interpretazioni e vari fatti collegati con la scelta del nome. [[Tristan Tzara]], definì il termine come un [[nonsense]]. Hans Richter ne sostiene la derivazione dall'uso frequente della parola ''da'' (''sì'' in [[lingua russa|russo]]). [[Dominique Noguez]], docente di Estetica della letteratura e del cinema alla Sorbona ipotizzò che l'origine del termine fosse in rapporto con [[Lenin]] (incluso insieme a Tzara e [[James Joyce]] in [[Travesties]] di [[Tom Stoppard]] ) in quanto probabile frequentatore del cabaret Voltaire<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/15/lenin-lancio-un-grido-dada.html E LENIN LANCIO' UN GRIDO: DADA' - Repubblica.it » Ricerca<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. In ogni caso, volendolo tradurre letteralmente, in russo significa due volte ''sì''; in tedesco due volte ''qui''; in italiano e francese costituisce una delle prime parole che i bambini pronunciano, e con la quale essi indicano tutto: dal giocattolo alle persone.
 
Secondo una testimonianza di Richard Huelsenbeck, uno tra i primi fondatori del movimento, la parola "Dada" significa in francese "cavallo a dondolo", e tale parola fu scoperta in modo del tutto casuale e fortuito da lui e dall'amico Hugo Ball, mentre erano intenti a scovare tra le pagine di un vocabolario tedesco-francese un nome appropriato per la cantante del loro cabaret, Madame Le Roy. Facendo fede a questa testimonianza, la scoperta del nome si collocherebbe sulla scia di quella casualità, illogicità che sono tratti peculiari dell'intero movimento dadaista. Siamo nella Zurigo del 1916. A partire proprio dal teatro e dalle manifestazioni visive, la cultura ufficiale viene scardinata da un movimento nuovo e rivoluzionario che porta all'estremo quello futurista. La derisione per ogni estetica e tecnica tradizionale è messa in scena con grande presa sul pubblico. Anche il mondo della letteratura e dell'arte non possono che esserne travolti.
 
Bisognerà aspettare il 1918 per ottenere il "Manifesto Dada" ad opera di Tristan Tzara:
{{quote|Per lanciare un manifesto bisogna volere: A, B, C, scagliare invettive contro 1, 2, 3, eccitarsi e aguzzare le ali per conquistare e diffonder grandi e piccole a,b,c firmare, gridare, bestemmiare, imprimere alla propria prosa l'accento dell'ovvietà assoluta, irrifiutabile, dimostrare il proprio non plus ultra e sostenere che la novità somiglia alla vita tanto quanto l'ultima apparizione di una cocotte dimostri l'essenza di Dio. Scrivo un manifesto e non voglio niente, eppure certe cose le dico, e sono per principio contro i manifesti, come del resto sono contro i principi (misurini per il valore morale di qualunque frase). Scrivo questo manifesto per provare che si possono fare contemporaneamente azioni contraddittorie, in un unico refrigerante respiro; sono contro l'azione, per la contraddizione continua e anche per l'affermazione, non sono né favorevole né contrario e non do spiegazioni perché detesto il buon senso. Dada non significa nulla.|}}
 
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Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà di creatività per la quale utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili.
 
La situazione storica in cui il movimento ha origine è la fine della Prima Guerra Mondiale, quando la situazione politica era pessima e i conflitti sociali esasperati; l’inclinazione sovversiva di Dada trova il terreno giusto con un gruppo di intellettuali europei che si rifugia in Svizzera per sfuggire alla guerra. Questo gruppo è formato da [[Hans Arp]], [[Tristan Tzara]], [[Marcel Janco]], [[Richard Huelsenbeck]] e [[Hans Richter]].
 
Il loro esordio ufficiale è fissato al [[5 febbraio]] [[1916]], giorno in cui viene inaugurato il [[Cabaret Voltaire]] fondato dal regista teatrale [[Hugo Ball]]. Alcuni di loro sono tedeschi, come il pittore e scultore Hans Arp, altri rumeni, come il poeta e scrittore Tristan Tzara o l’architetto Marcel Janco. Dada è infatti ormai pensata e diretta interamente da Tzara.
Egli non è solo il direttore ufficiale ma anche l’ideatore e unico organizzatore; è sempre lui a sponsorizzare la seconda fase, quella di [[Galerie Dada]] (17 marzo [[1917]]), nella quale il movimento gira verso uno standard un po’ più conforme a quello del resto dell’avanguardia creando una “Nuova [[arte astratta]]“, con esposizioni di opere di artisti cubisti ecc.
Tzara si schiera anche contro il [[cubismo]] e il [[futurismo]], che considera alla stregua di “accademie”. [[Marcel Duchamp]] (1887-1968), molto colpito dalla diffusione di prodotti industriali, già nel [[1913]] crea la prima opera dada con un oggetto “la ruota della bicicletta”.
 
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Benché il dadaismo sia un movimento ben circoscritto e definito in area europea, vi è la tendenza di far ricadere nel medesimo ambito anche alcune esperienze artistiche che, negli stessi anni, ebbero luogo a New York e negli Stati Uniti. L’esperienza dadaista americana nacque dall’incontro di alcune notevoli personalità artistiche: il pittore francese Marcel Duchamp, il pittore e fotografo americano [[Man Ray]], il pittore franco-spagnolo [[Francis Picabia]] e il gallerista americano [[Alfred Stieglitz]].
 
La vita del movimento è abbastanza breve. Del resto non poteva essere diversamente. La funzione principale del dadaismo era quello di distruggere una concezione oramai vecchia e desueta dell’arte. Questa è la funzione che svolge, ma per poter diventare propositiva necessitava di una trasformazione: ciò avvenne tra il [[1922]] e il [[1924]], quando il Dadaismo scomparve e nacque il [[Surrealismo]].
 
=== Zurigo ===
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=== Berlino ===
Dopo la fine della guerra, i dadaisti tedeschi tornarono in patria, e lì esportarono le esperienze fatte al [[Cabaret Voltaire]]. [[Berlino]] (così come [[Colonia (Germania)|Colonia]] e [[Hannover]]) fu il punto d'incontro dell'incursione di Dada in [[Germania]].
Berlino è ormai una capitale decentrata rispetto all'ex [[Impero tedesco]] del periodo di [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]], che andava dal [[mar Baltico]] al [[Reno]]; infatti la nuova sede del governo tedesco fu spostata nella più centrale [[Weimar]] che dette nome alla Repubblica omonima. Colonia si trovava ormai a ridosso dei nuovi confini francesi e della regione della [[Saar (fiume)|Saar]], occupata dagli eserciti dell'[[Intesa]].
 
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Essi diventano, nell’ambito dell’estetica dadaista, uno dei meccanismi di maggior dissacrazione dei concetti tradizionali d'arte. Soprattutto quando Duchamp, nel 1917, propose uno dei suoi più noti «ready-made»: fontana. In pratica, con i «ready-made» si ruppe il concetto per cui l’arte era il prodotto di un'attività manuale coltivata e ben finalizzata. Opera d’arte poteva essere qualsiasi cosa: posizione che aveva la sua conseguenza che nulla è arte. Questa evidente tautologia era superata dal capire: che innanzitutto l’arte non deve separarsi altezzosamente dalla vita reale, ma confondersi con questa, e che l’opera dell’artista non consiste nella sua abilità manuale, ma nelle idee che riesce a proporre. Infatti, il valore dei «ready-made» era solo nell’idea. Abolendo qualsiasi significato o valore alla manualità dell’artista, l’artista, non è più colui che sa fare cose con le proprie mani, ma colui che sa proporre nuovi significati alle cose, anche per quelle già esistenti.
 
== Critiche e commenti esterni su Dada ==
{{q|Dichiaro che Tristan Tzara trovò la parola (dada) l’otto febbraio 1916 alle sei di sera. Ero presente con i miei dodici figli quando Tzara pronunciò per la prima volta questa parola, che destò in noi un legittimo entusiasmo. Ciò accadeva al café de la terrasse di Zurigo, mentre portavo una brioche alla narice destra|Jean Arp}}
 
{{q|L’orinatoio del signor Mutt non è immorale, non più di quanto lo sia una vasca da bagno. Non ha importanza se il signor Mutt abbia o meno fatto la fontana con le sue mani. Egli l’ha scelta. Egli ha preso un articolo casuale della vita, e lo ha collocato in modo tale che il suo significato utilitario è scomparso sotto un nuovo titolo e punto di vista e ha creato un nuovo modo di pensare quest’oggetto”|Jean Arp}}
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[[Categoria:Dadaismo| ]]
[[Categoria:Movimenti artistici|Dadaismo]]
 
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