Laure Junot d'Abrantès: differenze tra le versioni

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'''Laure Junot, duchessa d’Abrantès''', nata '''Permon''' ([[Montpellier]], [[6 novembre]] [[1784]] - [[Parigi]], [[7 giugno]] [[1838]]) fu una memorialista [[Francia|francese]].
 
Era figlia di M. de Permon, ex-amministratore in [[Corsica]], e di Mademoiselle [[Panoria Comnène]], sorella di [[Démétrius Comnène]], discendente di imperatori [[bizantino|bizantini]]: i [[Comneni]] erano infatti l'ultima [[dinastia]] [[Grecia|greca]] dell'[[Impero di Trebisonda]].
 
Laure d’Abrantès raccontò nelle sue ''Mémoires'' che il giovane [[Napoleone I|Napoleone Bonaparte]] aveva chiesto sua madre in sposa dopo che questa era diventata vedova. È certo che Napoleone frequentò molto la sua famiglia dopo che essa si stabilì, in seguito a varie vicissitudini, a Parigi dopo la caduta dei [[Giacobino|giacobini]] il [[27 luglio|9 termidoro]] dell'[[1794|anno II]].
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Andata in sposa al generale [[Jean-Andoche Junot|Junot]] all'inizio dei [[Consolato (storia di Francia)|Consolato]], entrò presto nell'animata vita parigina, dove la sua bellezza, il suo spirito caustico e la sua stravaganza non tardarono a farla notare. Il primo Console la soprannominò «piccola peste», ma trattava lei e Junot con la più grande generosità, fatto che non le impedì di profondersi in sarcasmo e calunnie nei suoi confronti nelle ''Mémoires''. Fece sfoggio, durante la missione diplomatica di suo marito a [[Lisbona]], di una tale prodigalità che quest'ultimo si ritrovò, al suo ritorno a Parigi nel [[1806]], carico di debiti, tanto che i suoi intrighi non riuscirono a rimediare alla situazione. Lei lo raggiunse nuovamente a Lisbona dopo la sua entrata vittoriosa nella città alla fine del [[1807]], ma anche le elargizioni e il bottino guadagnato a Lisbona non soddisfecero le sue esigenze. Accompagnò Junot durante una partita della [[Guerra d'indipendenza spagnola|guerra di Spagna]].
 
Di ritorno in Francia, la vivacità delle sue osservazioni e la ricezione di invitati sgraditi all'Imperatore suscitano il disappunto di quest'ultimo. L'aggravamento dei problemi mentali di Junot la minacciò di rovina, il che spiegherebbe il suo coinvolgimento negli intrighi che miravano a restaurare i [[Borboni]] al trono nel [[1814]]. Non si schierò con Napoleone durante i [[Cento giorniGiorni]].
 
Dopo il [[1815]], trascorse la maggior parte del suo tempo a [[Roma]], nel mondo artistico da lei animato con la vivacità della sua conversazione. Spirituali ma alquanto vendicative, le ''Mémoires historiques sur Napoléon Ier, la [[Rivoluzione francese|Révolution]], le [[Direttorio|Directoire]], l’[[Primo Impero|Empire]] et la [[Prima Restaurazione|Restauration]]'' da lei pubblicate a [[Parigi]] nel [[1831]]-[[1835|35]] in 18 volumi, furono ristampate innumerevoli volte.