Caffè Meletti: differenze tra le versioni
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L'edificio è stato progettato dall'ingegner Marco Massimi ed elevato negli anni compresi tra il [[1882]] ed il [[1884]] per ospitare il Palazzo delle Poste e Telegrafi. La fabbrica insiste sulla stessa area dove vi fu dapprima il locale Picchetto della Dogana.
La vita vera e propria del [[Bar (pubblico esercizio)|Caffè]] cominciò, il
Il Caffè Meletti prese il nome dal suo proprietario e fu inaugurato la sera del
Nell'anno [[1981]] il [[Ministero dei Beni Culturali e Ambientali]] lo dichiarò d'interesse storico ed artistico.
Dopo 83 anni di attività fu chiuso nel [[1990]] lasciando un enorme vuoto nella vita sociale della cittadinanza ascolana. Otto anni più tardi, nel [[1996]], fu acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno che lo sottopose ad un particolareggiato [[restauro]] e lo restituì alla città il
Il
Nel tempo della sua vita il Caffè ha conosciuto ed annoverato fra i suoi illustri frequentatori occasionali anche [[Mario Del Monaco]], [[Beniamino Gigli]], [[Pietro Mascagni]], [[Ernest Hemingway]], [[Renato Guttuso]], [[Jean-Paul Sartre|Jean Paul Sartre]], [[Simone de Beauvoir]], [[Mario Soldati]], e politici di levatura nazionale come [[Sandro Pertini]] e [[Giuseppe Saragat]].<ref>[http://www.comune.ascolipiceno.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/188 Sito del Comune di Ascoli Piceno] Il caffè Meletti</ref>
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