Achille Starace: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Nowiki inseriti da dispositivo mobile Modifica visuale
Riga 36:
Nel primo dopoguerra Starace divenne un fedelissimo di [[Benito Mussolini]], dal quale ricevette l'incarico di radicare il [[fascismo]] nel [[Trentino-Alto Adige]] e nelle Venezie, dove si trovava anche Farinacci. Negli anni del primo dopoguerra ([[1920]]) fu perciò fondatore del Fascio di [[Trento]]. Il programma politico di Starace a [[Trento]] e [[Bolzano]] prevedeva una forte italianizzazione dei nuovi territori acquisiti all'Italia e la destituzione di tutti i sindaci eletti sotto il precedente governo asburgico. Irriducibile avversario di Starace fu il [[borgomastro]] di [[Bolzano]] [[Julius Perathoner]], il quale non nascondeva i suoi sentimenti pangermanisti e il desiderio di ricongiungere l'[[Alto Adige]] al Tirolo austriaco. Più volte Perathoner si rifiutò di esporre il tricolore italiano sugli edifici pubblici e per contrastare l'entrata in circolazione della [[Lira italiana]] fece stampare banconote con il valore espresso in Corone, in modo da richiamare la [[Corona austro-ungarica]]<ref>Roberto Festorazzi, ''Starace, il mastino della rivoluzione fascista'', Milano, [[Mursia]], 2002, p. 35 "Perathoner...si rifiutò per tre volte di esporre il tricolore, accanto alla bandiera tirolese, in piazza Walter e, per ostacolare la circolazione della nuova moneta, la lira, fece coniare banconote da cento, cinquanta, venticinque e dieci corone.</ref>.
 
Il 24 aprile [[1921]], in occasione della Fiera campionaria di Bolzano, avvennero scontri tra sud-tirolesi e fascisti nel corso dei quali morì un maestro elementare che accompagnava i suoi scolari durante una processione tradizionale in occasione della fiera e ci furono 66 feriti. Due fascisti furono tratti in arresto, ma mai processati: il tentativo della vedova di avere giustizia o almeno il pagamento dei danni dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra non ebbe alcun esito, perché a suo tempo la pratica era stata "insabbiata", come racconta Romano Bracalini: <nowiki><ref> "L'autorità inquirente di Bolzano si rivolge alla polizia delle città di provenienza dei fascisti, inviando fotografie delle squadracce. Ma le autorità della vecchie province rispondono che sono «al monento impegnatissime, e bisogna aver pazienza». Così, quando nel secondo dopoguerra la vrdova dell'insegnante Innerhofer incaricherà un legale di agire contro i colpevoli, almeno per il risarcimento dei danni, non si potrà fare nulla «in quanto nulla risulta dalle duecento pagine del fascicolo processuale». </ref></nowiki> Questi scontri passarono alla storia come "[[Domenica di sangue (1921)|Domenica di sangue]]".
 
Il 2 ottobre [[1921]] le squadre di Starace occuparono il Municipio di Bolzano imponendo l'affissione di un ritratto di re [[Vittorio Emanuele III]]. Il giorno dopo occuparono anche il Palazzo della Provincia obbligando il governatore [[Luigi Credaro]] alle dimissioni. Dopo due giorni di occupazione i fascisti consegnarono l'edificio alle autorità italiane con una cerimonia che prevedeva gli onori ai gagliardetti fascisti da parte dei militari<ref>Roberto Festorazzi, ''Starace, il mastino della rivoluzione fascista'', Milano, [[Mursia]], 2002, p. 38 "Starace ottenne che, durante la cerimonia che segnava il trapasso dei poteri, i reparti militari tributassero onori ai gagliardetti fascisti.</ref>. Sempre nell'ottobre 1921, al Congresso di Roma, Starace fu nominato vicesegretario del [[Partito Nazionale Fascista]], carica che mantenne fino all'ottobre del [[1923]].