Maria Callas: differenze tra le versioni
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===La consacrazione (1948-1950)===
L'anno successivo fu a [[Firenze]], dove cantò nella ''[[Norma (opera)|Norma]]'' di [[Vincenzo Bellini]], suo ruolo di riferimento. Ma in questo primo periodo della sua carriera italiana la Callas, nel frattempo seguìta e molto spesso diretta da Serafin, venne come confinata in un repertorio non congeniale, basato su ruoli [[Richard Wagner|wagneriani]], che lei amava molto ma che non rivelavano tutte le sue potenzialità (come ''[[La Valchiria]]'', ''[[Parsifal (opera)|Parsifal]]'', ''[[Tristano e Isotta (Wagner)|Tristano e Isotta]]''), e su ''[[Turandot]]'' e ''[[Aida]]'', eseguiti in molte città italiane con grande e quasi unanime successo di pubblico e di critica; è Aida nella prima rappresentazione nel Teatro Lirico di [[Torino]] di ''Aida'' di
La svolta della sua carriera avvenne in modo del tutto fortuito (anche se l'evento era nell'aria): il 19 gennaio [[1949]], infatti, venne convinta all'ultimo momento a sostituire il soprano [[Margherita Carosio]], indisposta, nel ruolo di Elvira ne ''[[I puritani]]'' con Christoff diretta da Serafin alla [[Teatro la Fenice|Fenice]], dove era stata Brünnhilde ne ''[[La Valchiria]]'' di [[Richard Wagner|Wagner]] qualche giorno prima sempre diretta da Serafin. Fu un successo memorabile, benché un critico, acidamente, notasse che, dopo l'impiego di una cantante wagneriana per una parte tradizionalmente ritenuta "leggera", la prossima volta si sarebbe potuto far cantare [[Gino Bechi]] nella parte di Violetta (''[[La traviata]]'').<br/>In realtà la Callas usava da sempre la [[cabaletta]] dei ''Puritani'' come vocalizzo (senza contare che aveva già debuttato in ''[[Norma (opera)|Norma]]'' pochi mesi prima: ma è anche vero che quel ruolo veniva affidato a soprani drammatici), e sembra che fece di tutto per farla sentire alla moglie del direttore Serafin, che convinse poi il marito alla sensazionale sostituzione. L'elasticità dell'organo vocale rimase tuttavia una caratteristica degli anni d'oro: tuttavia già nel 1958, quando il Met le propose la Traviata e il Macbeth insieme, la Callas non solo rifiutò le condizioni di contratto, ma dichiarò che la sua voce "non era un ascensore che poteva andare su e giù a comando". Il 1949 fu anche l'anno delle prime testimonianze discografiche della voce della Callas, captata sia in maniera ufficiale che pirata: le due arie più importanti (con rispettive cabalette, ma senza interventi corali) da Norma e I Puritani, e la morte di Isotta (dal Tristano di Wagner, in italiano), vennero incise per l'etichetta Fonit-Cetra a Torino sotto la direzione di Arturo Basile, mentre la registrazione di un'intera recita del Nabucco, diretto da Vittorio Gui e con Gino Bechi nella parte del protagonista, data al San Carlo di Napoli nel dicembre dello stesso anno, ci ha restituito la prima, impressionante Abigaille della Callas.
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