Leutari I: differenze tra le versioni

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Leutari decise di ritornare autonomamente verso nord, probabilmente d'accordo con il fratello, come si evince probabilmente da Agazia, II,4,9 che lascia intendere scopertamente l'intenzione di Leutari di ritornare in seguito a dar man forte a Butilino, una volta messo in sicurezza il bottino. La sua colonna, appesantita dalle prede e resa meno efficiente, venne affrontata e sconfitta presso Fano dalla guarnigione Bizantina di stanza a Pesaro, guidata da Artabane e dall'unno Uldach, perdendo l'oro e gli oggetti preziosi saccheggiati nelle chiese e un gran numero di prigionieri.
 
Il racconto circostanziato del sistematico saccheggio degli edifici di culto italiani ha trovato un preciso riscontro archeologico nel corso dello scavo (e dello studio) di alcune tombe alamanniche nella zona di [[Hüfingen]], la ''[http://de.wikipedia.org/wiki/Kastell_H%C3%BCfingen Brigobannis]'' della c.d. ''[[Tabula Peutingeriana]]'', nella regione del [[Baden Württemberg]], una ventina di chilometri dal confine con la Svizzera, in direzione di Schaffausen: spesso le evidenze archeologiche vengono infatti in soccorso della storia.
 
I rinvenimenti, all'interno di due tombe femminili di Hüfingen (le nn. 308 e 557) consentono di focalizzare l'attenzione su due “pietre montate” (dette tecnicamente ''[http://it.wikipedia.org/wiki/Cabochon Cabochons]''), riutilizzate come ornamenti o amuleti che, per la loro fattura (ma anche per gli evidenti segni di asportazione violenta dalla loro sede originaria), rinviano alle tipiche decorazioni che si ritrovano sistematicamente ''im kirchlichen Bereich des Mittelmeer-raumes, auf Kreuzen, Reliquiaren oder Buchdeckeln (Evangeliaren)'', cioè su Croci, Reliquiari o Evangeliari dell'area mediterranea<ref>G. Fingerlin, ''Zwei Steinfassungen mit Cabochons aus Frauengräben in Hüfingen. Archäologische Zeugnisse für die Plünderung von Kirchen Italiens währende der Kriegszüge im 6. Jahrhundert'', in S. Brather-D. Geuenich-Chr. Huth (herausgeg.), Historia Archaeologica. Festschrift für Heiko Steuer zum 70. Geburtstag, Berlin 2009, p. 334</ref>.
 
Secondo le valutazioni dei reperti archeologici, e attraverso una serie complessa di valutazioni, ''fast zwangsläufig führen diese Überlegungen zu der bekannten Stelle in den Historiae des Agathias von Myrina, in der unterschiedliche Verhaltender christlichen Franken und der (noch) heidnischen Alamannen beim Heerzug des Leutharis und des Butilinus nach Italien in den Jahren 553-554 schildert'' (“queste considerazioni conducono pressoché inevitabilmente al noto passo delle Historiae di Agazia di Mirina, nel quale egli descrive il differente comportamento dei franchiFranchi cristiani e degli (ancora) pagani alamanniAlamanni, nel corso della incursione in Italia di Leutari e Butilino negli anni 553-554”). Insomma, non è da escludere che quelle pietre, oggetti di piccole dimensioni e di comoda trasportabilità, possano essere stati parte del bottino dei saccheggi narrati da Agazia<ref>Ancora G. Fingerlin, ''Zwei Steinfassungen'', spec. pp. 336-338. Vd., dello stesso, G. Fingerlin, ''Zwei Edelsteinfassungen aus Frauengräbern in Hüfingen - Beutegut alamannischer Krieger auf einem Feldzug nach Italien'', «Archäologische Nachrichten aus Baden» 80-81, 2010, pp. 31-32</ref>
 
Leutari riuscì però, con buona parte dei suoi, a mettersi in salvo, attraversando a fatica il Po e, puntando a nord-est, a raggiungere quella parte della ''Venetia'' già occupata dai Franchi nel corso del conflitto tra Goti e Bizantini.