Framing (scienze sociali): differenze tra le versioni
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== Storia ==
Molti commentatori attribuiscono il concetto di ''framing'' al lavoro di [[Erving Goffman]], ed in particolare al suo ''Frame analysis: An essay on the organization of experience'' del [[1974]]<ref>Pubblicato in [[Italia]] nel [[2001]]. Vedasi la nota bibliografica.</ref>. Goffman usava l'idea per definire "schemi di interpretazione" che permettono a individui o gruppi di "collocare, percepire, identificare e classificare" eventi e fatti, in tal modo strutturando il significato, organizzando le esperienze, guidando le azioni. La nozione goffmaniana di ''framing'' prende le mosse dal suo ''[[La vita quotidiana come rappresentazione]]'' ([[1959]]), un saggio sul [[prospettiva drammaturgica|controllo espressivo]]. Queste opere, a loro volta, si ispirano marcatamente al concetto di immagine elaborato da [[Kenneth Boulding]] nel [[1956]]. [[George Lakoff]], nella didattica del suo corso di [[scienze cognitive]] presso l'[[Università della California]] in [[Berkeley]], ingiunge agli studenti: </br>
::''«Non pensate a un elefante!»''. </br>
Secondo Lakoff, a quel punto non si può fare a meno di pensare ad un [[elefante]], poiché la mera menzione della ''parola elefante'' evoca inevitabilmente l' ''immagine elefante'' (ed un ''frame'' di "accompagnamento").
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== Nella sfera pubblica ==
Il ''framing'' è divenuto un argomento [[politica|politico]] di primo piano negli [[Stati Uniti d'America]], in cui [[partito Democratico (Stati Uniti)|democratici]] e [[partito Repubblicano (Stati Uniti)|repubblicani]] fanno a gara nell'applicarlo con maggior efficacia. Secondo il ''[[New York Times]],'' «Anche prima delle [[Elezioni presidenziali degli Stati Uniti|elezioni]], una nuova parola politica ha iniziato a conquistare il partito, partendo dalla [[West Coast (Stati Uniti d'America)|West Coast]] e diffondendosi come un virus fino agli uffici interni del [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]]. Quella parola è ''framing''. Esattamente cosa significhi in relazione al tema ''frame'' sembra dipendere da quale esponente democratico sia il tuo interlocutore del momento, ma tutti son d'accordo che deve avere a che fare con la scelta del linguaggio per definire un dibattito, e, quel che più conta, con appropriati temi individuali nel contesto di linee argomentative di più ampio respiro»<ref name="framingwars">
[http://www.nytimes.com/2005/07/17/magazine/17DEMOCRATS.html?pagewanted=1&ei=5070&en=e3e686efd4fa97c5&ex=1183608000 The Framing Wars. ''New York Times''
</ref>.
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Il ''New York Times'' descrisse analoga attenzione tra i repubblicani: «In un recente promemoria, intitolato "le 14 parole da non usare mai", [[Frank Luntz]] ha insistito perché i conservatori si limitino ad usare frasi tratte da quello che lui chiama ... il "Nuovo vocabolario americano". Così, a parere di Luntz, un repubblicano avveduto non nominerà mai la "ricerca petrolifera", ma preferirà piuttosto dire "esplorazione energetica". Non criticherà il "governo", che pulisce le nostre strade e paga i nostri pompieri, ma attaccherà "[[Washington (distretto di Columbia)|Washington]]", assetata insaziabilmente di tasse e pastoie burocratiche. Non nomineremo mai l' ''[[outsourcing]]'' — dice Luntz — perché di conseguenza ci chiederebbero di difendere o far cessare la prassi industriale di [[delocalizzazione|delocalizzare]] all'estero il lavoro "americano"»<ref name="framingwars"/>.
Da un punto di vista politico, il ''framing'' ha ampie conseguenze. Per esempio, i concetti di ''framing'' e di ''[[agenda setting]]'' sono legati: richiamando coerentemente un ''frame'' particolare, l'esecutore del ''framing'' esercita un efficace controllo sulla discussione e sulla percezione dell'argomento. [[Sheldon Rampton]] e [[John Stauber]] in ''[[Trust Us, We're Experts]]'' illustrano
Rampton, Sheldon and Stauber, John. ''Trust Us, We're Experts!'' Putnam Publishing, New York, NY, 2002. Page 64.
</ref>. Pertanto, chi pratica questa strategia tenterà verosimilmente di distogliere l'attenzione da un ''frame'', focalizzandola piuttosto su un altro (ovviamente più favorevole ai suoi interessi).
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Questi probabilmente dipendono da una combinazione di credenze, valori attitudini e modelli mentali. Il primo frame indica che il negoziatore presenta la trattativa come un'occasione di produrre guadagno (positive frame), mentre il secondo indica che il negoziatore pensa alla trattativa come un momento in cui c'è qualcosa da perdere (negative frame).
Il professor M. H. [[Bazerman]] dell'[[Università di Harvard]], in un esperimento del 1983<ref>
Bazerman, M. H. (1983), "Negotiator judgment: A critical look at the rationality assumption". In American Behavioral Scientis, 27, pagg. 211-228]
</ref>, ha studiato il fenomeno in ambito economico, utilizzando due scenari:
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Osserviamo come l'opzione A del primo scenario corrisponda alla A del secondo, e la B del primo a quella del secondo. Bazerman, ha però rilevato che i due campioni di soggetti a cui venivano sottoposti i due scenari davano risposte opposte: circa l'80% del primo campione sceglieva il piano A dello primo scenario, mentre l'80% del secondo campione sceglieva il piano B del secondo scenario.
Presentiamo ancora un esperimento
</ref>.
È un esperimento condotto su un mercato azionario, con 64 titoli in 8 mercati, e che indica come delle informazioni irrilevanti influenzino il comportamento dei soggetti che scambiano. “''Positively''” e “''negatively framed informations''” portano a risultati molto diversi. Inoltre una variazione della probabilità delle informazioni “incorniciate” non modifica il volume di scambi. Anche questo esperimento sembra confermare le teorie di [[Amos Tversky]] e [[Daniel Kahneman]], inoltre i partecipanti che fanno esperienza di guadagni vendono più velocemente i loro titoli dei partecipanti che hanno esperienze di perdite, e i soggetti che ricevono le informazioni “incorniciate positivamente” generalmente vendono i titoli dopo i colleghi che invece ricevono le informazioni “incorniciate negativamente”.
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* [http://www.ccbi.cmu.edu/reprints/Gonzalez_JOEP2005-decision-making.pdf CMU.edu (pdf)] - 'The Framing effect and risky decision: Examining cognitive functions with fMRI', C. Gonzalez, et al, ''[[Journal of Economic Psychology]]'' (2005)
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* [http://hbswk.hbs.edu/item/5488.html HBS.edu] - 'Fixing Price Tag Confusion'(interview), Sean Silverthorne (December 11, 2006)
* [http://www.msnbc.msn.com/id/14170927/ MSN.com] - ''Framing effect' influences decisions
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