Cristallo di Colle di Val d'Elsa: differenze tra le versioni
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La tradizione vetraria di [[Colle Val d'Elsa]] vanta origini antiche tanto che già nel medioevo (XIV secolo) venivano prodotti vasi e bicchieri di [[vetro]]. La famiglia colligiana dei Pasci aveva infatti ottenuto in affitto alcuni locali del Convento degli Agostiniani per impiantarvi una fabbrica di vetro. Già negli Statuti del 1300 venivano regolamentate le “gabelle” da imporre ai fabbricanti di vasellame e oggetti in vetro.
La produzione di vetro, che in [[Toscana]] interessava anche [[Gambassi Terme]] e [[Montaione]], con il passare del tempo dovette avere raggiunto livelli di importanza e di eccellenza tali da rendere necessaria una ordinanza granducale con cui, il
A Colle potevano essere sfruttate le risorse del territorio circostante per la produzione: la legna per alimentare i forni di cottura, e ricavarne ceneri (che venivano usate al posto della potassa), la sabbia silicea, presente nelle cave della vicina Montevasoni, l'abbondanza di acqua, la presenza di terra refrattaria ricca di carbonato di magnesio; la presenza di un'arteria importante come la [[Via Francigena]] rendeva poi facile il trasporto delle materie prime e dei prodotti finiti.
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Nacquero così le “Vetrerie Operaie Riunite Modesto Boschi”. Tra le novità dell’azienda, il massiccio impiego di manodopera femminile per l’impagliatura e l’imballaggio ed una rappresentanza operaia all’interno del Consiglio di Amministrazione. La produzione non aveva rilievo artistico se non negli articoli decorati ed incisi oppure colorati con il metodo della pittura a caldo. Questa era ottenuta dipingendo le decorazioni con ossidi metallici e ricuocendo poi gli oggetti ad una temperatura di oltre 500 gradi. La produzione consisteva anche in vetri ad uso ottico e ad uso industriale e le “Vetrerie” diventarono fornitori, oltre che delle Ferrovie dello Stato, della Marina, dell’Aeronautica e del Ministero della Guerra. Per questo gli operai addetti a determinate lavorazioni godevano dell’esenzione dal servizio militare e furono poi esentati dal partire per la guerra.
Nel [[1935]] la “Boschi” aderisce al “Consorzio Italiano Vetrario” come molte altre aziende del settore del vetro bianco al fine di promuovere la produzione e controllare i prezzi.
Nel [[1936]], il
Al termine del conflitto bellico, presso la Fabbrichina, iniziò la produzione di vetro con ossido di piombo in percentuale del 15 per cento, realizzando quindi il primo cristallo al piombo colligiano. Il numero degli addetti passò dai 105 del [[1942]] ai 650 del [[1950]].
===Dalla crisi alla Rinascita===
Le “Vetrerie Operaie Riunite Modesto Boschi” risentirono della crisi nazionale che interessò l’intero settore del vetro; inoltre la crisi delle “Vetrerie Boschi” fu acuita dalla mancanza di un ammodernamento degli impianti, dalla presenza di commistioni politiche (preoccupate di garantire ed assicurare comunque occupazione) e di amministratori che avevano interessi anche in altre aziende e che “pescavano” a piene mani nelle risorse aziendali. Nonostante l’ingresso degli operai negli organi di gestione aziendale, le “Vetrerie Boschi” si videro costrette a chiudere i battenti nel [[1953]], il
Alcuni dipendenti che erano usciti anzitempo dalle Vetrerie Riunite avevano intanto dato vita a nuove aziende come la C.A.L.B. (Cristalleria Artistica Lavorazione Brevettata), la V. I.T.A.C. e la V.A.V. (Vetreria Artistica Valdelsana).
Nel periodo successivo altre aziende vengono create per poi sparire in modo repentino.
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==Il Museo del Cristallo==
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Nel [[2001]] fu inaugurato a Colle di Val d’Elsa il [[Museo del cristallo]], unico nel suo genere in Italia. Vi si possono ammirare le creazioni dei vari maestri vetrai nel corso del tempo, ripercorrendo tutta la storia delle aziende colligiane; in mostra i “ferri del mestiere”: stampi, molle, pinze, ecc.;
e ancora, documenti, filmati ed un suggestivo “Bosco di cristallo”.
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==La visita del Papa==
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In occasione della visita allo stabilimento i maestri vetrai colligiani hanno donato a Sua Santità un ostensorio in cristallo di 40 cm. di diametro e del peso complessivo di 18 kg, una vera opera d'arte.
==Realizzazioni particolari==
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* Tra le realizzazioni particolari realizzate a Colle di Val d’Elsa, possiamo citare innanzitutto la coppa di cristallo che veniva consegnata in occasione dei campionati italiani di sci e delle gare di coppa del mondo di sci che si svolgevano in Italia.
*Il bicchiere “Smoke”, disegnato da [[Joe Colombo]], caratterizzato da un gambo che permette l’impugnatura con il solo pollice della mano consentendo contemporaneamente di tenere la sigaretta o il sigaro, è, con il bicchiere “Mapan” di [[Sergio Asti]], esposto nella collezione permanente del [[Museum of Modern Art|“MoMa”]] di [[New York]].
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