Trifone Gabriel: differenze tra le versioni
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==La vita==
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Nacque nel [[Treviso|Trevigiano]] da Bertucci e Diana [[Pizzamano]], [[patriziato veneziano|patrizi veneziani]]. Apparteneva a un'illustre [[Gabrielli|famiglia]] originaria di [[Gubbio]] un cui ramo si era stabilito in [[Laguna Veneta|laguna]] in epoca imprecisata.
Coetaneo e amico di [[Pietro Bembo]] sin dall'adolescenza, strinse con questi un sodalizio destinato a rompersi solo con la morte di quest'ultimo nel 1547. Ricoprì in gioventù alcuni incarichi pubblici nell'amministrazione della [[Repubblica di Venezia|Repubblica]], ma presto si risolse a prendere i voti e si dedicò alla carriera ecclesiastica. La grande autorevolezza, la rettitudine morale e la vastità della cultura fecero sì che gli furono offerti incarichi prestigiosi, tra cui quello di [[vescovo]] di [[Treviso]] e quello di [[Patriarca di Venezia]], che egli sempre rifiutò, preferendo dedicarsi alle attività intellettuali e ad una vita sobria e contemplativa. Ringraziò il [[Senato]] che gli aveva offerto il [[Patriarcato di Venezia]] con le seguenti parole: « Ringrazio l'illustrissimo Senato, sì coloro che mi hanno voluto, come coloro che voluto non mi hanno. Quelli perché mi credevano far bene, questi perché me lo hanno fatto ».
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Il censo agiato gli permise di trascorrere la vita in sue proprietà di campagna nel [[Bassano|Bassanese]] e nel [[Padova]]no, tra cui la villa dei Ronchi e quella del Tergolino, situata presso la Villa Bozza del [[Pietro Bembo|Bembo]], così come nelle case di [[Venezia]], o nel suo giardino di [[Murano]], dove animò un cenacolo di intellettuali ed umanisti che ospitava presso di sé. Circondato da amici ed allievi, Trifone leggeva autori greci, latini, italiani ed europei, discuteva di scienza e di filosofia, invitava al dibattito ed alla discussione. Una speciale dispensa curiale, ottenuta nel [[1515]] grazie al Bembo stesso, gli aveva permesso di rompere il voto, fatto all'ingresso nella vita consacrata, di non leggere libri « pagani » (non religiosi).
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== La famiglia ==
Trifone non si sposò e non ebbe figli. Gli fu però particolarmente caro il nipote Jacopo (anche Giacomo) Gabrielli ([[1510]] - [[1550]]), che fu il principale espositore e divulgatore dell'opera dello zio. Trifone fu inoltre fratello di [[Angelo Gabrielli (umanista)|Angelo Gabrielli]], noto per aver accompagnato Pietro Bembo nel suo viaggio giovanile a [[Messina]] (maggio [[1492]]-luglio [[1494]]). I due giovani si erano recati in [[Sicilia]] per studiare il greco con [[Costantino Lascaris]] e insieme compirono un'ascensione fino alla sommità del vulcano [[Etna]]. In seguito al suo rientro a Venezia, e successivamente a Padova, (dove frequentò insieme ad Angelo la locale università), il Bembo scrisse la sua prima opera, l'opuscolo « [[De Aetna]] », poi pubblicato presso [[Aldo Manuzio]] nel
== L'opera ==
Non è semplice esaminare l'opera di Trifone Gabrielli a causa della molteplicità dei temi oggetto del suo interesse, e del fatto che il suo pensiero non fu mai oggetto di stampa e ci è giunto indirettamente, spesso pubblicato da discepoli sotto forma di dialoghi in cui Trifone Gabrielli espone il suo pensiero dialogando con altri intellettuali.
Centrale fu senz'altro l'opera linguistica e filologica. Gli si attribuiscono a questo proposito vari commenti alla « [[Divina Commedia]] » di [[Dante Alighieri]], tra cui le « Parole dette da Trifone Gabriello sopra l'arte di Dante nel suo poema », riportate da varie opere letterarie coeve e successive, e le « Annotazioni
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In ambito stilistico, il pensiero di Trifone è esposto nel trattato « [[Dell'imitazione poetica]] » di [[Bernardino Partenio]]. L'opera, concepita come un dialogo tra Trifone e gli umanisti [[Gian Giorgio Trissino]] e [[Paolo Manuzio]] (figlio del celebre tipografo [[Aldo Manuzio|Aldo]]), indaga i pregi e i limiti dell'imitazione letteraria, un principio la cui autorità andava progressivamente scemando ed era messa in discussione dagli autori rinascimentali.
Vasta e profonda fu in Trifone la conoscenza e la stima per l'opera di [[Francesco Petrarca]], e tale da influenzare anche l'opera di codificazione del [[Pietro Bembo|Bembo]], che notoriamente inviò a Trifone le sue « [[Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua]] » (1525) perché fossero riviste e corrette; e Trifone Gabrielli stesso è menzionato in vari passaggi delle « [[Prose della volgar lingua|Prose]] ». Trifone fu inoltre protagonista, assieme all'autore stesso, del dialogo « [[Della poetica]] » di [[Bernardino Daniello]], un'altra delle opere fondamentali del [[petrarchismo]].
Tra i commenti agli autori classici, sono da ricordare quelli al « [[De officiis]] » e al « [[Somnium Scipionis]] » di [[Cicerone]].
Altro campo della riflessione intellettuale di Trifone Gabrielli fu quello scientifico, ed astronomico in particolare. Il suo pensiero è esposto nel « Dialogo […] nel quale de la sphera, et de gli orti et occasi de le stelle, minutamente si ragiona », pubblicato nel 1545 ad opera del nipote Jacopo Gabrielli, e nella « Sferetta », appendice alle « Tavole del mondo e della sfera » di [[Giasone di Nores]] (1582). Le due opere si configurano come trattati dove astronomia, astrologia, teologia e filosofia si fondono, ancora influenzate dal pensiero esoterico rinascimentale ma basate su osservazioni scientifiche.
Altra area di interesse di Trifone Gabrielli fu quella politica. Il suo pensiero è esposto nell'opera « Della repubblica de'Viniziani » di [[Donato Giannotti]] (1540), immaginata come un dialogo avvenuto a [[Padova]], in casa di [[Pietro Bembo]], tra Trifone Gabrielli e il suo allievo prediletto, il fiorentino [[Giovanni Borgherini]]. Nell'opera è esposta la superiorità della [[Repubblica di Venezia]] su tutti i modelli politici dell'antichità, del Medioevo e del [[Rinascimento]].
In ambito poetico, sono ricordati di Trifone alcuni sonetti, tra cui uno in morte dell'amico [[Pietro Bembo]].
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==La fama==
Trifone Gabrielli fu ammirato dai contemporanei e considerato il modello dell'umanista quattrocentesco, le cui « mille rare doti » ne fanno un esempio di autorità non solo intellettuale, ma anche e soprattutto morale, non ancora contaminata dall'incipiente cortigianesimo. La sua « umanità infinita » e la « singolare gentilezza » coagularono intorno al Gabrielli numerosi intellettuali, in maggioranza veneti e toscani, impegnati in un rinnovamento della lingua che simbolizzò ed incarnò il vento nuovo del [[Rinascimento]] italiano.
Molti furono gli umanisti che nelle loro opere ricordarono ed onorarono Trifone Gabrielli:
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*[[Ludovico Ariosto]] lo ricordò nel quarantaseiesimo canto dell'[[Orlando Furioso]] tra i suoi amici più cari:
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*[[Benedetto Varchi]] gli dedicò il Sonetto 209 delle Rime:
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''Ricorrerò ai maestri de la lingua,''
''Al buon Trifon Gabriello, al sacro Bembo.''
''Andrò in Toscana al Varchi, al Tolomei,''
''E correrò a Vinegia al buon Veniero.''
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==Iconografia==
Trifone Gabrielli sarebbe stato ritratto dal [[Giorgione]] assieme all'allievo [[Giovanni Borgherini]] nel celebre dipinto intitolato « [[Giovanni Borgherini col maestro-astrologo|Giovanni Borgherini e il suo maestro]] », oggi alla [[National Gallery of Art]] di [[Washington DC|Washington]].
Nelle [[Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]], il [[Vasari]] riferisce che l'opera fu realizzata dal Giorgione durante la permanenza del Borgherini a [[Venezia]], intorno al 1505-1506, quando intensa fu la frequentazione con il Gabrielli. La [[sfera armillare]] tenuta in mano dalla figura del maestro sarebbe un accenno agli interessi astronomici del Gabrielli, poi condensati dal nipote Jacopo nel « Dialogo della Sfera ». Il cartiglio con il motto « Non valet ingenium nisi facta valebunt » (non è sufficiente l'ingegno se non seguono i fatti), rimanda a quell'unità di pensiero ed azione, a quella coerenza morale che Trifone perseguì per tutta la sua vita.
==Bibliografia==
*[[Luigi Carrer]], ''Anello di sette gemme, o Venezia e la sua storia'', Il Gondoliere, Venezia, 1838
*Autori vari, ''Nouvelle biographie générale depuis les temps les plus reculés jusqu'à nos jours'', Paris, Firmin Didot Frères, Fils et Compagnie, 1857
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