Dimităr Grekov: differenze tra le versioni
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|Epoca = 1800
|Nazionalità = bulgaro
|PostNazionalità ={{sp}}e [[Primi ministri della Bulgaria|primo ministro]] del [[Storia della Bulgaria indipendente|principato di Bulgaria]] dal
|Immagine = D.grekov.jpg
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Nacque a [[Bolhrad]], in [[Bessarabia]], nell'odierna [[Ucraina]]. Suo padre era un commerciante. Si diplomò al liceo centrale di Bolhrad nel [[1868]]. Grekov si laureò quindi in giurisprudenza all'accademia di [[Aix-en-Provence]] nel [[1875]]. Negli anni successivi lavorò come avvocato a [[Brăila]], in [[Romania]]. Dopo l'indipendenza della Bulgaria ricoprì l'incarico di presidente della corte suprema a Sofia ([[1879]]). Si unì al partito conservatore e prese parte al governo di [[Todor Burmov]], come ministro della giustizia, e al primo governo di [[Todor Tărnovski]], come ministro della giustizia, e temporaneamente come ninistro degli interni ([[1879]]-[[1880]]). Dal [[1881]] divenne vicepresidente del Consiglio di Stato (1881-[[1882]]) e ministro della giustizia nel governo di [[Leonid Sobolev]] (1882-[[1883]]). Nel [[1884]] divenne membro ordinario della Compagnia letteraria bulgara, oggi Accademia Bulgara delle Scienze.
Dopo l'unificazione della Rumelia Orientale con il principato di Bulgaria venne incaricato dal principe [[Alessandro I di Bulgaria|Alessandro I]] di una fallimentare missione diplomatica presso il re serbo Milan. Nel [[1886]] ricoprì l'incarico di rappresentante diplomatico a [[Costantinopoli]]. Durante il periodo della crisi dopo l'abdicazione del principe Alessandro I nel 1886 Grekov si unì al partito nazional-liberale. Prese parte alla delegazione che condusse trattative per l'insediamento sul trono bulgaro di [[Ferdinando I di Bulgaria|Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Gotha]]. Dal [[1890]] al [[1894]] prese parte al governo di [[Stefan Stambolov]], dal
Dopo l'assassinio di Stambolov nel [[1895]] divenne leader del partito nazional-liberale, carica che ricoprì fino al [[1897]]. Dopo rassegnò le dimissioni e abbandonò lo stesso partito, dedicandosi all'attività di avvocato. A causa dei suoi stretti contatti con la corte nel [[1899]] il principe Ferdinando lo incaricò di formare un nuovo governo, nel quale i restanti ministri provenivano dal partito liberale (radoslavisti). Fece tutti gli sforzi per far entrare nel governo i suoi ex-compagni, gli stambolovisti, cosa che incontrò notevole resistenza da parte dei radoslavisti. Il 13 ottobre 1899 fu costretto a dare le dimissioni. Subito dopo ridivenne leader del partito nazional-liberale, la cui carica mantenne fino alla morte inaspettata nel maggio [[1901]].
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