Fausto Andrelini: differenze tra le versioni
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|Cognome = Andrelini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Forlì
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1462]] circa
|LuogoMorte = Parigi
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1519
|Attività = umanista
|Epoca = 1400
|Epoca = 1500
|Nazionalità = italiano
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Laureato in diritto canonico all'[[Università di Bologna]], dove l'amicizia con [[Nestore Malvezzi]] gli procurò, nei primi anni Ottanta, il posto di segretario di Ludovico Gonzaga, [[vescovo]] di [[Mantova]] residente a [[Roma]]. Qui entrò nell'[[Accademia Pomponiana|Accademia Romana]] di [[Pomponio Leto]], premise al suo nome Fausto quello di Publio, e si fece notare per la qualità dei suoi versi latini. Nella sua città ebbe modo di conoscere l'umanista [[Antonio Urceo Codro]], che allora insegnava a Forlì.
Il Leto gli conferì la laurea poetica nel [[1484]], e in giugno seguì il vescovo Gonzaga a [[Bracciano]], sfuggendo l'epidemia di [[peste]] che imperversava a Roma. Fu poi a Mantova e nel [[1488]] lasciò il servizio da Ludovico Gonzaga che lo raccomandò presso il conte [[Gilberto di Borbone-Montpensier|Gilbert de Montpensier]], che viveva in [[Francia]] con la moglie [[Chiara Gonzaga]], nipote di Ludovico. Alla fine di quello stesso anno l'Andrelini si trasferì però a [[Parigi]], dove il
Fu coinvolto in liti, per motivi di rivalità e di gelosia, con altri umanisti italiani che insegnavano a Parigi: prima con [[Cornelio Vitelli]], che fu costretto a lasciare Parigi per l'[[Inghilterra]], poi con [[Girolamo Balbi]], che lo accusò di essere un [[eretico]], costringendolo a lasciare la capitale per [[Poitiers]] e poi per [[Tolosa]].
Andrelini preparò il suo ritorno appoggiandosi ai personaggi più influenti. Al cancelliere [[Guillaume de Rochefort]] dedicò la ''Livia'' (nome caro ai forlivesi, visto che è uno degli antichi nomi di Forlì, ''Forum Livii'' in latino), una raccolta di poesie latine d'amore composte in Italia quasi dieci anni prima, facendole pubblicare a Parigi nel [[1490]], compose alla fine del [[1491]] un'[[egloga]] celebrativa del matrimonio di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]] con [[Anna di Bretagna]], e mantenne buoni rapporti con l'importante umanista [[Robert Gaguin]]. Nel [[1493]] tornò così a Parigi, mentre se ne allontava il Balbi, contro il quale l'Anderlini indirizzò l'egloga ''De fuga Balbi'', dedicata al Gaguin.
Nel [[1494]] dedicò elegie latine d'ispirazione religiosa all'ambasciatore inglese [[Thomas Ward]], e nel [[1496]] pubblicò due libri di esametri a re Carlo VIII, nei quali esaltava come una vittoria francese la [[battaglia di Fornovo]], guadagnandosi una pensione e il titolo di poeta regio. Ancora nel [[1496]] dedicò al grande umanista [[Guillaume Budé]] il ''De influentia siderum'', poemetto nel quale l'Andrelini nega che le stelle influenzino il destino degli uomini, ma ne determinino il carattere. Dopo la ''Querela Parisiensis pavimenti'', una denuncia della sporcizia delle strade parigine, nel [[1497]] apparve il ''De moralibus et intellectualibus virtutibus'', dedicato al presidente del Parlamento di Parigi [[Pierre de Couthardy]] e al cancelliere e cardinale [[Guillaume Briçonnet]].
Andrelini, che a Parigi si legò di amicizia anche con [[Erasmo da Rotterdam]] e poi con lui si mantenne in contatto epistolare,<ref>Per altro, Erasmo ne criticò i costumi dissoluti e la mediocrità della dottrina: cfr. ''Opus epistolarum'', 1104.</ref> celebrò le imprese italiane del nuovo re [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]] con la ''De captivitate Ludovici Sphortiae'' del [[1500]] e con la ''De secunda victoria Neapolitana'' del [[1502]] e ne fu ricompensato con la concessione della cittadinanza francese. Del [[1503]] sono i ''De gestis Legati'', che celebrano il cardinale [[Georges d'Amboise]]. Del [[1508]] sono le ''Epistolae proverbiales et morales'', lettere latine redatte per i propri studenti come canoni retorici ed esempi di stile classico, mentre nel [[1509]] compose la ''De regia in Genuenses victoria'', celebrante la conquista di [[Genova]] da parte dell'esercito di Luigi XII.
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*''De gestis Legati'', 1503
*''Deploratio de morte Petri Coardi'', 1505
*''Epistolae proverbiales et morales'', 1508
*''De regia in Genuenses victoria libri tres'', 1509
*''Epistola in qua Anna gloriosissima Francorum regina exhortatur maritum regem Ludovicum duodecimum ut expectatum in Galliam adventum maturet posteaquam de prostratis a se Venetis triumphavit'', 1510
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*Adamo Pasini, ''Fausto Andrelini. Memorie e saggi poetici'', Forlì, Società tipografica forlivese 1918
*Roberto Weiss, ''Andrelini, Publio Fausto'', in «Dizionario biografico degli Italiani», III, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana 1961
*Godelieve Tournoy-Thoen, ''La laurea poetica del 1484 all'Accademia Romana'', in «Bullettin de l'Institut historique belge de Rome», 42, 1972
*Godelieve Tournoy-Thoen, ''Fausto Andrelini et la cour de France'', in AA. VV., ''L'humanisme français au début de la Renaissance'', Paris, Vrin 1973
*Herbert Jaumann, ''Andrelini, Publio Fausto'', in «Handbuch Gelehrtenkultur der Frühen Neuzeit», I, Berlin, Walter de Gruyter 2004 <small>ISBN 3-11-016069-2</small>
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