Conrad Grebel: differenze tra le versioni

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Il fallito conseguimento della laurea e la mancanza di un lavoro lo misero in conflitto con il padre, conflitto che si acuì nel [[1522]], quando Conrad sposò contro la volontà della famiglia una ragazza di modesta condizione sociale. In quell'anno si verificò la svolta decisiva della sua vita, provocata dalla predicazione a Zurigo di [[Huldrych Zwingli|Zwingli]]. Grebel fu al suo fianco e ne fu apprezzato, tanto che l'opuscolo di Zwingli pubblicato in agosto, l'<nowiki></nowiki>''Apologeticus Archeletes'', comprese una poesia religiosa di Grebel.<ref>U. Gastaldi, cit., p. 80.</ref>
 
Il [[29 gennaio]] [[1523]] Zwingli tenne a Zurigo una pubblica disputa, nella quale espose le tesi fondamentali della sua riforma. Il celibato, il digiuno e le varie cerimonie cattoliche sono inutili invenzioni umane, la messa è soltanto una commemorazione del sacrificio di Cristo. Il Consiglio della città si dichiarò d'accordo e, pur autorizzando i predicatori a uniformarsi alle tesi di Zwingli, rinviò l'attuazioni delle riforme.<ref>U. Gastaldi, cit., p. 77. Le riforme furono introdotte progressivamente nei due anni successivi: si soppressero i pellegrinaggi, le processioni, il culto delle immagini, l'estrema unzione, l'uso delle candele e delle campane, la musica e il canto nelle chiese, e infine, nell'aprile del 1525, la messa, sostituita dalla Santa Cena, celebrata quattro volte l'anno.</ref>
 
Grebel, che aveva formato con [[Felix Manz]], [[Wilhelm Reublin]], [[Hans Brötli]] e [[Simon Stumpf]] un gruppo di entusiasti seguaci di Zwingli, non approvò però che questi accettasse il fatto che la riforma religiosa venisse a dipendere dalle decisioni di un'autorità civile quale era il Consiglio della città. Anche alla richiesta dei contadini di non pagare più le decime e gli interessi, Zwingli, pur ammettendo la legittimità scritturale della rivendicazione, aveva risposto che la questione era di competenza della magistratura, tentando così di conciliare «giustizia divina» e «giustizia umana».<ref>U. Gastaldi, cit., p. 82.</ref>
 
Dal [[26 agosto|26]] al [[28 agosto]] del [[1523]] si tenne a Zurigo una nuova pubblica disputa, a cui parteciparono Zwingli, [[Ludwig Haetzer]], [[Balthasar Hubmaier]], Stumpf e Grebel. In discussione erano il culto delle immagini, il significato della messa e la dottrina del purgatorio. I partecipanti convennero nell'abolizione delle immagini e nel considerare la messa non una ripetizione del sacrificio di Cristo, come voleva la tradizione cattolica, ma una semplice commemorazione. Grebel e Stumpf avrebbero voluto la rapida applicazione di queste due riforme nella vita della chiesa zurighese da parte del Consiglio cittadino, che decise invece di rinviare ogni decisione. Zwingli appoggiò l'iniziativa del Consiglio.<ref>U. Gastaldi, cit., pp. 83-84.</ref> In effetti, diversamente dal gruppo di Grebel, tutti giovani e impazienti radicali, Zwingli intendeva introdurre le riforme gradualmente, in modo da non sconcertare i fedeli, che dovevano ancora essere ben istruiti nella nuova fede, e voleva mantenersi in accordo con un Consiglio in maggioranza dalla sua parte ma che doveva anche agire con prudenza, essendo presente al suo interno anche una frangia di cattolici, ostili a ogni riforma.<ref>U. Gastaldi, cit., p. 85. Tra gli avversari della riforma era Jakob Grebel, il padre di Conrad.</ref>
 
Grebel e Manz proposero a Zwingli la costituzione di un partito della riforma che si rivolgesse al popolo e andasse a nuove elezioni, certi di riuscire a far eleggere un Consiglio cittadino più decisamente favorevole alla riforma religiosa. Zwingli respinse la proposta, non desiderando spaccature in città e sicuro che le riforme si sarebbe imposte attraverso un paziente lavoro di convinzione. Il gruppo di Grebel cercò allora contatti e intese con i riformatori tedeschi. Nell'estate del [[1524]] Grebel scrisse ad [[Andrea Carlostadio|Andreas Karlstadt]], ma senza successo, e il [[5 settembre]] a [[Thomas Müntzer]].<ref>H. S. Bender, ''Conrad Grebel, c. 1498-1526, Founder of the Swiss Brethren, sometimes called Anabaptists'', 1950, pp. 105-255.</ref>
 
=== La lettera a Thomas Müntzer ===
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Coerentemente con le loro convinzioni, i due pastori del gruppo di Grebel, Wilhelm Reublin e Hans Brötli, non battezzarono i neonati di due villaggi vicini a Zurigo, mentre Grebel non fece battezzare il suo primogenito. Fu probabilmente Felix Manz<ref>W. Schmidt, ''Der Autor der sogenannten Protestation und Schutzschrift'', 1950, pp. 139-149.</ref> a presentare, intorno ai primi giorni del [[1525]], un appello al Consiglio di Zurigo perché si disputasse pubblicamente della questione del battesimo degli infanti.<ref>Pubblicato, in particolare, nella ''Grande Antologia Filosofica'', VIII, 1964, pp. 1429-1434.</ref>
 
La disputa si tenne dal [[10 gennaio|10]] al [[17 gennaio]] [[1525]] e vide a confronto, da una parte, Grebel, Manz, Reublin e [[Georg Blaurock|Blaurock]], e dall'altra [[Heinrich Bullinger|Bullinger]] e Zwingli, che aveva appena pubblicato l'opuscolo ''Wer Ursache gebe zu Aufruhr'', nel quale indicava negli oppositori al battesimo dei bambini, insieme ai libertini e ai contadini che non volevano più pagare le [[decime]], i responsabili delle agitazioni presenti in città.<ref>H. Zwingli, ''Wer Ursache gebe zu Aufruhr'' (Chi dà motivo di tumulto), in H. Zwingli, ''Sämtliche Werke'', III, 1914, pp. 374-469.</ref> Il Consiglio diede ragione a Zwingli e con decreto del [[18 gennaio]] stabilì che tutti i bambini dovessero essere battezzati entro otto giorni dalla nascita. Il [[21 gennaio]] Haetzer, Castelberger, Reublin e Brötli, che non erano cittadini di Zurigo, venivano espulsi dalla città, e a Grebel e agli altri seguaci s'imponeva la sottomissione al Consiglio.<ref>J. Horsch, ''The Struggle between Zwingli and the Swiss Brethren in Zürich'', 1933.</ref>
 
=== I «Fratelli svizzeri», prima comunità anabattista ===
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Poi consumarono la «Cena del Signore»: mentre uno di essi leggeva il passo evangelico, ciascuno mangiò del pane e bevve del vino. Si fa comunemente risalire a quella notte la fondazione della prima comunità anabattista della storia. Il nuovo battesimo era per loro il primo e vero battesimo, e fu il laico Grebel a battezzare l'ex prete Cajacob, a significare l'inesistenza di ogni formalismo e sacerdotalismo nella comunità dei «Fratelli».<ref>U. Gastaldi, cit., pp. 104-107.</ref>
 
Il piccolo gruppo di anabattisti iniziò subito a predicare. A [[Zollikon]], un villaggio di contadini presso Zurigo dove viveva l'ex prete cattolico [[Hans Brötli]], già convertito alla nuova fede, Grebel e gli altri celebrarono il [[22 gennaio|22]] o il [[23 gennaio]] la comunione in casa di [[Jakob Hottinger]] e alla fine di gennaio sarebbero già stati battezzati 34 uomini e una donna.<ref>''Zollikon'', «Mennonite Encyclopedia», vol. 4, pp. 1036-1037.</ref> Poi Grebel proseguì la sua attività missionaria: si recò a [[San Gallo]] e vi battezzò [[Gabriel Giger]], mentre a [[Sciaffusa]] convertì [[Wolfgang Ulimann]]. Questi due nuovi adepti, a loro volta, si attivarono a diffondere la loro fede, come faceva ogni nuovo battezzato, e il movimento anabattista si espanse ad [[Appenzell]], ad [[Aargau]], a [[Basilea]], a [[Berna]], a [[Lucerna]], intanto che [[Wilhelm Reublin|Reublin]] passava in [[Germania]] e a [[Waldshut-Tiengen|Waldshut]] battezzava [[Balthasar Hubmaier|Hubmaier]].<ref>U. Gastaldi, cit., p. 109.</ref>
 
Grebel passò alla fine di giugno a [[Grüningen]], predicando qui e nei villaggi vicini, accompagnato Marx Bosshard, un suo fedele seguace di Zollikon. A [[Bezhold]] fu raggiunto in ottobre da Manz: mentre predicavano entrambi, furono scorti da un gruppo di soldati che conducevano Blaurock in stato d'arresto. Questi arrestarono anche Grebel e altri anabattisti. Manz, fuggito in un primo tempo, fu catturato il 31 ottobre e imprigionato con gli altri a Grüningen.<ref>U. Gastaldi, cit., pp. 126-127.</ref>
 
Il Consiglio di Zurigo, dopo aver stabilito, il [[1º febbraio]] [[1525]], che il battesimo dei bambini era obbligatorio per i suoi contemporanei effetti di registrazione anagrafica dei nuovi cittadini, il [[1º marzo]] 1525 proibì espressamente il battesimo degli adulti. Tuttavia, la questione rimaneva aperta, come dimostrava l'estendersi della predicazione anabattista, così che il Consiglio indisse una nuova disputa da tenersi dal [[6 novembre|6]] all'[[8 novembre]] [[1525]]. Il confronto tra Zwingli, [[Leo Jud|Jud]] e [[Caspar Grossman|Grossman]] da una parte, e Grebel, Manz e Blaurock dall'altra, si svolse nella cattedrale di Zurigo e, come al solito, il giudizio del Consiglio fu favorevole a Zwingli. Poiché i tre rifiutarono di riconoscere la decisione, furono trattenuti in carcere, mentre altri anabattisti venivano arrestati o espulsi. In carcere, Grebel scrisse il saggio ''Del battesimo, del ribattesimo e del battesimo dei bambini'', che fu poi stampato in poche copie, così che nessun esemplare è pervenuto. Se ne conosce il contenuto per le citazioni che Zwingli fa nel suo ''Elenchus'', scritto nel [[1527]] per confutarlo.<ref>U. Gastaldi, cit., pp. 129-133.</ref>
 
Il [[7 marzo]] [[1526]] fu emessa la sentenza, con la quale Grebel, Manz, Blaurock e altri quindici anabattisti (tra i quali sei donne) vennero condannati a rimanere in carcere a pane e acqua finché non avessero ritrattato le loro posizioni. Il [[21 marzo]], però, fuggirono tutti, calandosi con una corda da una finestra della torre nella quale erano rinchiusi. Grebel trovò rifugio a [[Maienfeld]], presso una sorella, ma qui poco dopo fu colpito dalla [[peste]] e morì nel luglio del 1526.<ref>U. Gastaldi, cit., pp. 132-133.</ref>
 
== Note ==