Eyalet d'Egitto: differenze tra le versioni

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|elenco capi di governo =
|organi deliberativi =
|inizio = [[22 gennaio]] [[1517]]
|primo capo di stato =
|stato precedente = [[File:Mameluke Flag.svg|20px]] [[Sultanato mamelucco (Il Cairo)|Sultanato mamelucco]]<br>[[File:No flag.svg|20px]] [[Regno di Sennar|Sultanato del Sennar]]
|evento iniziale =
|fine = [[8 giugno]] [[1867]]
|ultimo capo di stato =
|stato successivo = [[File:Flag of Muhammad Ali.svg|20px]] [[Khedivato di Egitto]]<br>[[File:Flag of the First Saudi State.svg|20px]] [[Emirato di Dirʿiyya]]<br>[[File:Ottoman_flag.svg|20px]] [[Vilayet di Hejaz]]
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I costanti cambiamenti nel governo dell'area causarono spesso problematiche con l'esercito ed all'inizio del XVII secolo gli ammutinamenti erano ormai molto frequenti; nel [[1604]] il governatore [[Ibrahim Pasha (XVII secolo)|Ibrahim Pasha]] venne ucciso dai suoi stessi soldati e la sua testa venne posta sul [[Bab Zuwaylah]]. La ragione di questa rivolta era stata il tentativo di estorsione chiamato ''[[tulbah]]'', un pagamento forzato richiesto dalle truppe agli abitanti del paese per il loro mantenimento.
 
Nel [[1609]] scoppiò una guerra civile tra l'esercito ed il pascià, che aveva dalla sua parte dei reggimenti lealisti e dei [[beduini]]. I soldati vennero sconfitti dal governatore [[Mahommed Pasha]] il quale, il [[5 febbraio]] [[1610]], entrò trionfante al Cairo, decapitando i capi della rivolta e bandendo gli altri nella regione dello [[Yemen]]. Gli storici sono soliti definire questo evento come la seconda conquista dell'Egitto da parte degli ottomani. Muhammad Pascià introdusse fin dall'inizio una riforma finanziaria che rimise in sesto le tasse imposte con un sistema proporzionato alle possibilità di ciascuno.
 
====1623 - 1656====
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L'Impero ottomano non fu in grado di prendere misure attive contro il movimento di Ali Bey e come tale l'operazione iniziata da quest'ultimo ebbe successo. Ali iniziò un programma di riforma delle finanze e della giustizia. Suo genero [[Abu-'l-Dhahab]], venne inviato ad assoggettare gli [[Hawwarah]], che avevano occupato i territori tra [[Assuan]] e [[Asyūṭ]], ed una forza di 20.000 uomini venne inviata a conquistare lo [[Yemen]]. Un ufficiale di nome [[Ismail Bey]] venne inviato con 8.000 uomini ad acquisire la sponda orientale del [[Mar Rosso]], e [[Ilasan Bey]] venne inviato ad occupare [[Gedda (Arabia Saudita)|Jidda]]. In sei mesi gran parte della [[Penisola araba]] era stata assoggettata ad Ali Bey ed egli nominò suo cugino in qualità di [[Sceriffo di La Mecca]] ed egli stesso si proclamò Sultano d'Egitto e Khan dei Due Mari. Nel [[1771]], in virtù di questo, egli coniò monete col suo nome e fece apporre la sua firma su tutti i decreti pubblici.
 
Abu-'l-Dhahab venne inviato con una forza di 30.000 uomini in quello stesso anno ad occupare la [[Siria]] ed alleati vennero inviati per negoziare alleanze con la [[Repubblica di Venezia]] e con la [[Russia]]. Rinfrzato dall'aleato di Ali Bey, [[Daher El-Omar]], Abu-'l-Dahab prese facilmente le principali città della [[Palestina]] e della [[Siria]], raggiungendo infine [[Damasco]], punto al quale dovette fermarsi pena entrare in contatto diretto coi domini dell'Impero ottomano. Egli iniziò ad evacuare dunque la Siria e marciò con tutte le forze che poté trovare nell'Alto Egitto, occupando [[Asyūṭ]] nell'aprile del [[1772]]. Avendo ottenuto truppe ulteriori dai beduini, egli marciò verso il Cairo. Imail Bey venne inviato da Ali Bey con una forza di 3.000 uomini per controllare l'avanzata nemica, ma [[Bastin Ismil]] e le sue truppe preferirono aderire a quelle di Abu-'l-Dhahab. Ali Bey in un primo momento pensò ad una strenua difesa dall'interno della cittadina del Cairo, ma ricevendo poi informazioni dall'amico [[Daher El-Omar]] di Acri che era intenzionato a concedergli rifugio, lasciò il Cairo per la Siria l'[[8 aprile]] [[1772]], il giorno prima dell'entrata trionfale in città di Abu-'l-Dhahab.
 
Ad Acri la fortuna di Ali sembrò tornare all'antico splendore. Un vascello russo ancorato al porto rientrava negli accordi previsti tra Egitto e Russia e gli avrebbe fornito tutti i rifornimenti necessari oltre che munizioni ed una forza di 3.000 guerrieri albanesi al suo servizio. Egli inviò uno dei suoi ufficiali, Ali Bey al-Tantawi, a riprendere possesso dei villaggi siriani evacuati da Abu-'l-Dhahab ora in possesso degli ottomani. Egli personalmente guidò la presa di [[Giaffa]] e [[Gaza]] che cedette formalmente all'amico [[Daher El-Omar]] di Acri. Il [[1º febbraio]] [[1773]], egli ricevette informazioni dal Cairo che Abu-'l-Dhahab si era autoproclamato sceicco di al-Balad, e con quel potere stava ora praticando estorsioni tali che il popolo egiziano acclamava il ritorno di Ali Bey. Egli partì dunque alla volta dell'Egitto alla testa di 8.000 uomini ed il [[19 aprile]] si scontrò con l'esercito di Abu-'l-Dhahab a [[Salihiyya]]. Le forze di Ali riuscirono a vincere la prima battaglia, ma quando gli scontri ripresero due giorni dopo, egli venne disertato da molti ufficiali e, gravato da una malattia, non poté occuparsi direttamente delle questioni belliche. Il risultato fu una sconfitta completa per la sua armata, ed Ali stesso venne catturato e portato al Cairo ove morì sette giorni dopo.
 
Dopo la morte di Ali Bey, l'Egitto tornò ad essere una provincia dipendente dall'Impero ottomano, governata da Abu-'l-Dhahab come sceicco di al-Balad col titolo di ''pascià''. Poco dopo egli ricevette il permesso dal sultano ottomano di invadere nuovamente la Siria con l'intento di punire il sostenitore di Ali Bey, [[Daher El-Omar]], e lasciando Ismail Bey e Ibrahim Bey quali suoi rappresentanti al Cairo. Dopo aver preso possesso di molte città della Palestina, Abu-'l-Dhahab morì per cause ancora oggi sconosciute; [[Murad Bey]], disertore della battaglia di Salihiyya, riportò le forze in Egitto il [[26 maggio]] [[1775]].
 
Ismail Bey divenne a quel punto sceicco di al-Balad, ma venne presto coinvolto in una disputa con Ibrahim e Murad che dopo alcuni tentativi riuscirono ad espellere Ismail dall'Egitto ed installarono una diarchia così come era stata in precedenza (come sceicco di al-Balad ed emiro di al-Haji rispettivamente). Il governo congiunto perdurò sino al [[1786]], quando gli ottomani inviarono in Egitto una spedizione militare per restaurare il loro pieno potere sull'area. Murad Bey tentò di opporre resistenza, ma venne facilmente sconfitto. Egli, assieme ad Ibrahim, decise di abbandonare l'area nord per passare nell'[[Alto Egitto]] ed attendere un cambio degli eventi in loro favore. Il [[1º agosto]], il comandante turco fece il suo ingresso al Cairo dopo che violente misure erano state prese per restaurare l'ordine e fu lui a consentire al detronizzato Ismail Bey di riottenere il titolo ed il ruolo di sceicco di al-Balad, con la conseguente installazione di un nuovo pascià come governatore. Nel gennaio del [[1791]], una terribile epidemia di peste colpì il Cairo e altrove nell'Egitto, nella quale Ismail Bey e gran parte della sua famiglia caddero vittime. Necessitando di governanti competenti, Ibrahim e Murad Bey vennero richiamati dall'esilio e ripresero il loro governo duale, rimanendo in carica sino al [[1798]] quando [[Napoleone Bonaparte]] invase l'Egitto.
 
===L'occupazione francese===
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====La battaglia del Nilo====
La distruzione della flotta francese nella [[Battaglia del Nilo (1798)|Battaglia del Nilo]] ed il mancato arrivo di nuove forze francesi nell'[[Alto Egitto]] (ove avevano raggiunto la prima cataratta) per catturare Murad Bey, fece capire agli egiziani che anche gli europei non erano invincibili. Come conseguenza anche di una serie di innovazioni non benvolute, le relazioni tra conquistatori e conquistati si deteriorarono giorno dopo giorno sino alla goccia che fece traboccare il vaso. L'imposizione di una nuova tassa sulle case datata al [[22 ottobre]] [[1798]] portò allo scoppio di un'insurrezione al Cairo. Il quartier generale della rivolta si trovava presso l'[[Università di Azhar]] e fu proprio in quest'occasione che il generale francese [[Dominique Martin Dupuy|Dupuy]], luogotenente-governatore del Cairo, venne ucciso. Le pronte misure del Bonaparte, aiutato dall'arrivo del generale [[Jean-Baptiste Kléber]] da Alessandria, riuscirono a sopprimere la rivolta ma provocarono ulteriori danni e mancanze di rispetto per la popolazione come lo stabilire il quartier generale della cavalleria francese nella moschea di Azhar che provocò verso i francesi il risentimento anche dei capi religiosi locali.
 
Di conseguenza a questi eventi, il consiglio deliberativo del Cairo venne soppresso, ma il [[25 dicembre]] [[1798]] venne creato un proclama col quale si ricostituivano i due "divan" che erano stati creati dai turchi; i nomi vennero cambiati in "Divan speciale" (composto da 14 persone prescelte per estrazione e da 60 nominate dal governo che si riunivano giornalmente in assemblea) ed il "Divan generale" (composto prettamente da funzionari e si riuniva in caso di emergenza).
 
Il [[3 gennaio]] [[1799]] Napoleone ricevette un dispaccio secondo il quale l'Impero ottomano aveva manifestato l'intenzione di voler invadere l'Egitto per riprendersi ciò che gli spettava e perciò optò per una spedizione in [[Siria]], nominando dei governatori per le aree del Cairo, di Alessandria e dell'Alto Egitto durante la sua assenza.
 
====La sconfitta dell'esercito turco====
Napoleone fece ritorno in egitto dalla sua spedizione all'inizio di giugno del [[1799]]. Murad Bey e Ibrahim Bey avevano colto l'occasione dell'assenza del generale francese per attaccare il Cairo con delle forze che avevano raccolto, ma il Bonaparte giunse in tempo per sconfiggerli. Nelle ultime due settimane di luglio, egli riuscì ad infliggere una pesante sconfitta all'armata turca sbarcata ad [[Aboukir]], aiutati dalla flotta inglese comandata da sir [[Sidney Smith]].
 
Poco dopo questa vittoria, il Bonaparte lasciò l'Egitto dopo aver nominato Kléber quale suo governatore, informando gli sceicchi locali che non sarebbe rimasto distante per più di tre mesi. Kléber riteneva che la condizione dei francesi in Egitto fosse estremamente pericolosa e scrisse al governo francese per esporre le sue ragioni. Dopo la partenza di Napoleone giunsero due spedizioni ottomane in Egitto per riprendere il controllo dell'area, una intercettata all'altezza di [[Damietta]], mentre l'altra sotto il controlloo di [[Yousuf Pasha]] riuscì a prendere possesso dell'area di [[Damasco]]. La prima di queste ebbe un certo rilievo in quanto i turchi riuscirono a firmare una convenzione il [[24 gennaio]] [[1800]] secondo la quale i francesi dovevano lasciare entro breve l'Egitto. Le truppe turche avanzarono intanto a [[Bilbeis]] dove vennero ricevute dagli sceicchi del Cairo; nella capitale fecero ritorno anche i mamelucchi che nel frattempo erano stati costretti all'esilio.
 
Prima che i preparativi per la partenza dei francesi fossero completati, a Smith pervennero ordini dal governo inglese di trattare i soldati francesi come prigionieri di guerra. Quando questi ordini vennero comunicati a Kléber, egli cancellò l'ordine precedentemente dato ai suoi uomini e pose il paese in stato di difesa. La sua partenza, con gran parte dell'esercito, per attaccare i turchi a [[Al-Matariyyah]] portò allo scoppiare di rivolte al Cairo, nel corso delle quali molti cristiani vennero uccisi barbaramente. Il partito nazionale non fu in grado di prendere possesso della cittadella della capitale, e Kléber dopo aver sconfitto l'armata turca, fu presto in grado di fare ritorno al Cairo. Il [[14 aprile]] di quell'anno egli bombardò [[Bulaq]] e passò a bombardare [[Il Cairo]] stesso, che venne presa quella stessa notte. L'ordine venne in breve tempo ristabilito ed un totale di 12 milioni di franchi vennero imposti sui rivoltosi come taglie. Murad Bey ebbe un colloquio con Kléber e riuscì ad ottenere per sé il governo dell'Alto Egitto. Murad Bey morì poco dopo e venne succeduto da Osman Bey al-Bardisi.
 
====L'assassinio di Kléber====
Il [[14 giugno]] di quell'anno, Kléber venne assassinato da un fanatico di nome [[Solimano di Aleppo]], il quale agì secondo sua spontanea confessone per incitazione di un [[giannizzeri|giannizzero]] rifugiatosi a [[Gerusalemme]] che aveva inviato delle lettere degli sceicchi di Azhar. Pur non avendogli concesso supporto, tre sceicchi vennero uccisi dai francesi per rappresaglia. L'assassino stesso venne torturato ed impalto, malgrado la promessa di perdono che era stata fatta a lui e ad i suoi associati. Il comando dell'armata venne passato al generale barone [[Jacques-Francois Menou]], uomo che si era convertito all'[[Islam]] e che stava operando per la conciliazione della popolazione musulmana con varie misure, tra cui l'esclusione dei cristiani (con l'eccezione di un francese) dal ''divan'', rimpiazzandoli coi [[copti]].
 
Durante le prime settimane del marzo [[1801]], gli inglesi al comando di Sir [[Ralph Abercromby (generale)|Ralph Abercromby]] effettuarono uno sbarco ad [[Abu Qir]] e procedettero verso Alessandria dove vennero attaccati da Menou; i francesi vennero respinti, ma il comandante inglese venne mortalmente ferito durante l'operazione. Il [[25 marzo]] giunsero nuove truppe turche di rinforzo con la flotta di [[Kapudan Pasha]] [[Küçük Hüseyin Pasha|Hüseyin]]. Forze combinate inglesi e turche presero la città di [[Rosetta (città)|Rosetta]]. Il [[30 maggio]], il generale [[Augustin Daniel Belliard]], comandante francese al Cairo, venne assalito su due fronti dalle forze inglesi al comando del generale [[John Hely-Hutchinson, II conte di Donoughmore|John Hely Hutchinson]] e dalle forze turche al comando di [[Yusuf Pasha]]; dopo alcuni negoziati, Belhiard concordò di evacuare il Cairo e salpò coi suoi 13.734 uomini alla volta della [[Francia]]. Il [[30 agosto]], Menou venne costretto ad accettare condizioni simili e le sue forze di 10.000 uomini lasciarono Alessandria per l'Europa nel settembre di quello stesso anno. Questi due atti insieme segnarono la fine dell'occupazione francese dell'Egitto. Uno dei monumenti più significativi di questo periodo fu l'opera scritta ''[[Description de l'Égypte]]'', compilata da un servo francese che accompagnò la spedizione.
 
===L'Egitto sotto il governo Muhammad Ali===