Romano Magnaldi: differenze tra le versioni

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==Cenni biografici==
Romano Magnaldi nacque nella città di Savona il 3 gennaio 1928 da Giovanni e da Mazzucco Olimpia residenti in Corso A. Ricci 28 della medesima città. Magnaldi fu studente liceale al [[Liceo ClassicoGinnasio Gabriello Chiabrera]] di Savona.
 
Cadde combattendo durante una rappresaglia condotta dall'occupante nazifascista solo pochi giorni prima della Liberazione nazionale, il 5 aprile 1945.
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Non appena Romano Magnaldi fu diciassettenne, ancora giovane studente presso il Liceo Ginnasio Gabriello Chiabrera di Savona, decise di arruolarsi tra le schiere partigiane. Mosso dai valori di libertà e uguaglianza, non esitò in effetti a prendere parte ai duri combattimenti che opponevano le forze partigiane savonesi e gli occupanti fascisti. La sua ferrea determinazione per partecipare ai combattimenti spesso fu messa in evidenza dai suoi superiori partigiani.Solo pochi mesi dopo il suo arrivo nelle montagne, una rappresaglia nazifascista gli costò la vita. Romano Magnaldi cadde in effetti in combattimento il 5 aprile 1945 a Rocca de' Murte' presso Murialdo, nella provincia di Savona.
 
Una relazione di "Bore" Panza Giovanni e "Nevada" GlatzAldo, rispettivamente Comandante e Vice Commissario del Distaccamento partigiano "Revetria" raccontano così la caduta di RomandoRomano MaganldiMagnaldi:'
 
''“[...] I volontari Luna, Toni e Sandokan, quest’ultimo del Moroni, si erano appostati all’avvicinarsi di una squadra composta di 12 brigate nere per attaccarli, senonchè avvistati dal nemico a breve distanza, ricevevano in pieno raffiche di Breda e di altre armi automatiche leggere. Il volontario Luna rispondeva con il Brem, mentre cadeva per primo Sandokan ferito. Fu visto cadere anche Luna e poi o presi prigionieri o caduti in combattimento la realtà è che furono trovati in un fosso coperti di colpi. Luna, aveva tre colpi sulla testa e sul piede destro, Toni alla testa e delle lividure sulla schiena, Sandokan alla testa ed un colpo di calcio di fucile sul petto dove si vedeva un gran livido nero. Ieri sera - Venerdì 6 - assieme ad una squadra del Moroni abbiamo portato i tre corpi al cimitero di Biestro, dove, in attesa delle casse che ci stiamo interessando di fare al più presto, verranno seppelliti. Il volontario Rosso ferito è sempre a Osiglia. Il Distaccamento a ripreso la sua normale attività.”''<ref>Maurizio Calvo, Baltera... Baltera!</ref>.