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===1926 - 1929 - I primi successi===
Durante questo periodo, Irene continua i suoi studi di lettere, presso l'Università della [[Sorbona]] (dove si laurea con menzione d'onore) e invia i suoi "Piccoli racconti divertenti" alla rivista bimestrale [[Fantasio]], che li pubblica e le paga 60 franchi al pezzo. Scrive anche su [[Matin]] e su [[Les Oeuvres libres]], dove pubblica la sua prima novella: "Le Malentendu". Ha diciotto anni.
Conosce Michel Epstein (Mikhail in russo): "un omino piccolo, e moro di carnagione scura<ref>Ibidem</ref>", ingegnere diplomato a San Pietroburgo e - come suo padre - ebreo e banchiere. Nel [[1925]] inizia a scrivere "David Golder" a Biarritz. Nel febbraio del [[1926]] pubblica su Oeuvres libres, "L’Enfant génial", che poi prenderà il titolo di "Un Enfant prodige". Irène e Michel Epstein si sposano e vanno a vivere al númeronumero 10 di via Constant-Coquelin. nel [[1929]] [[Bernard Grasset]] riceve i manoscritti di "David Golder". Entusiasta, l'editore Bernard Grasset lesse in una notte il manoscritto, mise un annuncio sul giornale per rintracciarne l'anonimo autore. Ma la Némirovsky non poté recarsi subito all'incontro perché, il 9 novembre, stava dando alla luce la sua prima figlia Denise. Quando finalmente Grasset si vide davanti Irène Némirovsky, sulle prime non volle credere che fosse stata quella giovane spigliata ed elegante, figlia dell'alta borghesia russa, rifugiatasi a Parigi dopo la rivoluzione, a scrivere una storia tanto audace, insieme crudele e brillante – un'opera in tutto e per tutto degna di un romanziere maturo"<ref>http://www.adelphi.it/libro/9788845920523</ref>. Pieno di ammirazione ma ancora dubbioso, l’editore la interrogò a lungo per assicurarsi che la Némirovsky non stesse facendo da prestanome a un qualche scrittore più noto, che voleva restare nell’ombra. Appena uscì, "David Golder" fu elogiato all’unanimità dalla critica, tanto che Irène Némirovsky divenne subito celebre e fu lodata da scrittori di diversa estrazione, come Joseph Kessel, un ebreo, e Robert Brasillach, un monarchico di estrema destra e antisemita. Brasillach elogiò in particolare la purezza della prosa di quella nuova arrivata nel mondo letterario parigino<ref>Myriam Anissimov - postfazione a Suite francese - Adelphi</ref>.
Il regista Julien Duvivier adatta "David Golder" per il teatro e quasi contemporaneamente esce la pellicola tratta dal libro: - La beffa della vita''<ref>http://www.imdb.com/title/tt0020814/</ref>" (1931), regia di [[Julien Duvivier]] con [[Harry Baur]] nel ruolo del protagonista.
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