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==I Fondi librari della Biblioteca Augusta==
===Fondo antico===
Nel Fondo Antico sono conservati circa 40.000 volumi, collocati per formato. Di questi, oltre 16.000 sono [[cinquecentina|cinquecentine]], circa 8.000 seicentine e circa 16.000 settecentine.
Da una decina di anni è in corso il lavoro di catalogazione informatizzata in SBN ([[Servizio Bibliotecario Nazionale]])<ref>{{cita web|http://88.61.35.142/SebinaOpac/Opac|Opac Sebina Regione Umbria|08-07-2013}}</ref> di tutto il fondo: a lavoro ultimato sarà possibile definire meglio i numeri complessivi e le percentuali di consistenza delle varie tipologie di volumi in esso conservati.
 
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Una sommaria valutazione della consistenza dell’originario fondo Podiani è desumibile dall’inventario che ne fece l’allora bibliotecario Fulvio Mariottelli nel [[1617]], nel quale sono elencate oltre 7.000 opere.<ref>Mariottelli, 1618 ''op. cit.''</ref>
Nel corso dei secoli la sezione si è incrementata con la parte a stampa delle biblioteche private donate o acquistate da illustri personaggi e famiglie della città, le quali talvolta comprendevano anche manoscritti e materiale archivistico-documentario.
Un’altra parte cospicua del Fondo Antico è costituita dall’apporto delle collezioni librarie facenti parte delle antiche biblioteche conventuali di ordini religiosi soppressi nei [[XVIII secolo]]-[[XIX secolo]].
 
Nel [[1773]], per ordine di Papa Clemente XVI, viene soppressa la [[Compagnia_di_Gesù|Compagnia di Gesù]] e nel [[1780]] la biblioteca del convento perugino di quell’ordine viene consegnata al Comune di Perugia.
Si tratta dell’unica ''Libraria'' di una corporazione religiosa disciolta ad essere confluita nella sua integrità nelle raccolte comunali: comprende soprattutto opere di teologia, filosofia, patristica, oratoria sacra e profana, ascetismo, medicina e scienze naturali.
 
Una successiva, se pur temporanea, soppressione di ordini religiosi avvenne durante l’epoca napoleonica: nel [[1810]] confluirono alla Biblioteca Augusta preziose collezioni di biblioteche conventuali e monastiche, le quali dopo la caduta del regime napoleonico vennero restituite alle sedi d’origine, non senza aver subito depauperamenti.
 
Nel periodo immediatamente seguente all’unificazione dello stato italiano, a partire dal [[1866]], numerose biblioteche di enti ecclesiastici vennero demaniate, e stavolta in maniera definitiva.
La soppressione degli ordini religiosi e la relativa demaniazione delle loro ''Librarie'' portò a un notevole incremento del patrimonio antico dell’Augusta, al cui interno confluirono in gran parte le collezioni non solo di conventi della città, ma anche di altri istituti religiosi del circondario.