Caduta del fascismo: differenze tra le versioni
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==Le premesse==
L'operazione aveva preso forma con l'udienza data da [[Vittorio Emanuele III]] a [[Dino Grandi]] il 4 giugno 1943. <ref name=def1236>Renzo De Felice, ''Mussolini l'alleato'',Vol. I, Tomo II, Einaudi, 1990, pag. 1236.</ref> In questa occasione il re suggerì a Grandi che solo un voto del parlamento o del Gran Consiglio gli avrebbero dato le basi
[[File:Ss rapporto himmler pre odg grandi.jpg|thumb|right|200px|Una settimana prima della riunione del Gran Consiglio, e due giorni prima dell'incontro di [[Feltre]] fra Mussolini e [[Hitler]], [[Heinrich Himmler]] riceveva un'informativa che anticipava le manovre in corso per deporre il Duce e sostituirlo con [[Pietro Badoglio]]. Il documento fa ripetuto riferimento al re [[Vittorio Emanuele III]] ed alla [[massoneria]].]]
Lo strumento del Gran Consiglio
Il compito di parlare a nome dei gerarchi davanti a Mussolini fu assolto da Dino Grandi, sia perché era presidente della Camera, ma anche perché godeva di un grandissimo prestigio tanto che molti lo indicavano come probabile successore di Mussolini. Il piano rappresentava peraltro una mano tesa a Mussolini, cui si forniva una via di uscita che lo sollevava dal pagare per la responsabilità di aver condotto il Paese vicino alla rovina.
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