Matteo Ripa: differenze tra le versioni

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Al Collegio fu associato un convitto per l'educazione di giovani napoletani, ove tra gli altri nel [[XVIII secolo]] soggiornò [[Sant'Alfonso Maria de' Liguori]]. Fu dopo l'unità d'Italia (1868) che si tentò di sopprimere l'istituto, difeso allora dai legali [[Filippo de Blasio]], [[Giuseppe Cavallo]] e [[Antonio Tagliamonte]]; in seguito il Collegio dei Cinesi fu trasformato in Real Collegio Asiatico e, con la riforma ministeriale di [[Francesco De Sanctis]], in Istituto Orientale, in cui fu soppressa la sezione missionaria, equiparandolo alle altre Università statali. Partendo da alcune considerazioni, espresse dal governatore della provincia di Shanxi, egregiamente sintetizzate da Don Alfonso Raimo (direttore regionale Centri missionari diocesani Campania), l'esperienza di Matteo Ripa ''“impreziosisce il mosaico della tradizione missionaria campana, lasciando intravedere un particolare interesse per la Cina che ha attraversato le diverse epoche (...), ricordando che sono indelebili le tracce lasciate nella sua terra da quest'intrepido missionario sa1ernitano e che ancora oggi sono moltissime le scuole a lui dedicate”.''
 
Il Collegio dei Cinesi si proponeva la formazione religiosa e l'ordinazione sacerdotale di giovani cinesi convertiti, destinati a propagare il [[cattolicesimo]] nel loro paese. Tra gli scopi del Collegio era prevista in origine anche la formazione di interpreti, esperti nelle lingue dell'[[India]] e della [[Cina]], al servizio della [[Compagnia di Ostenda]], costituita nei [[Paesi Bassi]] con il favore dell'imperatore [[Carlo VI del Sacro Romano Impero|Carlo VI d'Asburgo]], per stabilire rapporti commerciali tra i paesi dell'Estremo Oriente e l'Impero asburgico, nel cui ambito rientrava il [[Regno di Napoli]].
 
=== Il suo "Giornale" ===