Roberto Lontano: differenze tra le versioni

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Capitano dell'[[Esercito Regio]] italiano durante l'[[Riconquista della Libia|occupazione italiana della Libia]] il 15 settembre [[1931]] fu nominato [[avvocato|difensore d'ufficio]] nel processo intentato contro [[Omar al-Mukhtar]], comandante in capo della [[Resistenza (politica)|resistenza]] libica, catturato dopo vent'anni di [[guerriglia]].
 
[[Pietro Badoglio]], in un telegramma del 14 settembre, ordinò a Graziani di "''fare regolare processo e conseguente sentenza, che sarà senza dubbio pena di morte, farla eseguire in uno dei grandi concentramenti popolazione indigena''"<ref>{{cita|Federica Saini Fasanotti|p. 300: "...cosicché Badoglio scriveva a Graziani di processarlo immediatamente, a livello penale, e di condannarlo a morte secondo le usanze locali"}}</ref><ref>In Giovanni Conti, articolo "Il leone del deserto", su "Rodolfo Graziani l'ultimo guerriero", Sentinella d'Italia, Monfalcone, 1982, pag. 44</ref>. Inoltre Badoglio dispose di far eseguire la sentenza nel più importante campo di concentramento per libici in modo che fosse vista dal maggior numero di persone<ref>{{cita|Federica Saini Fasanotti|pp. 300-301}}</ref>.
Lontano, durante la sua arringa, ignorando o fingendo di ignorare che la [[sentenza]] era già stata pronunciata a [[Roma]] e che il processo serviva a formalizzare legalmente la [[condanna a morte]] di Omar al-Mukhtar, travalicò il ruolo che gli era stato riservato: sostenendo effettivamente la difesa dell'[[imputato]] egli affermò che si era battuto per la sua [[patria]], negò la legittimità dell'imputazione di [[tradimento]], giustificando il diritto dell'imputato di essere considerato un [[prigioniero di guerra]], concludendo con la richiesta delle attenuanti generiche in considerazione della avanzata età e del fanatismo religioso<ref>Roberto Giardina, ''Il mare dei soldati e delle spose'', Bompiani, Firenze, 2010.</ref><ref>L'arringa di Lontano fu riportata solo parzialmente nel verbale ufficiale del processo.</ref>.
 
Lontano, durante la sua arringa, ignorando o fingendo di ignorare che la [[sentenza]] era già stata pronunciata a [[Roma]] e che il processo serviva a formalizzare legalmente la [[condanna a morte]] di Omar al-Mukhtar, travalicò il ruolo che gli era stato riservato: sostenendo effettivamente la difesa dell'[[imputato]] egli affermò che si era battuto per la sua [[patria]], negò la legittimità dell'imputazione di [[tradimento]], giustificando il diritto dell'imputato di essere considerato un [[prigioniero di guerra]], concludendo con la richiesta delle attenuanti generiche in considerazione della avanzata età e del fanatismo religioso<ref>Roberto Giardina, ''Il mare dei soldati e delle spose'', Bompiani, Firenze, 2010.</ref><ref>L'arringa di Lontano fu riportata solo parzialmente nel verbale ufficiale del processo.</ref>.
 
A seguito di ciò, mentre il giorno successivo ʿOmar al-Mukhtār veniva impiccato, Lontano fu arrestato e punito con 10 giorni di cella di rigore in quanto a sua volta colpevole di aver pronunciato la difesa "con tono apologetico in contrasto con la figura del reo e colle particolari condizioni di luogo e di ambiente in cui si svolgeva il dibattito"<ref>[http://www.istoreto.it/amis/schede.asp?idsch=139&id=7 Museo virtuale delle intolleranze e degli stermini, voce Omar El-Mukhtar.]</ref>, con ciò compromettendone inesorabilmente la carriera militare.