Rodolfo Fierro: differenze tra le versioni
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Rodolfo Fierro è nato a Charay, nel Sinaloa, non ha mai conosciuto i genitori. Del padre si sa solo che era un bianco, mentre la madre era una india Mayo, che faceva la serva in casa dei signori Fierro. Dopo il parto abbandonò il bambino e i signori presso cui lavorava se ne presero cura e li diedero il loro cognome.
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Lapidaria e insuperabile la descrizione che ne fa di lui Ramon Puente: ''< Rodolfo Fierro era un cane fedele, ma un cane incrociato con un lupo>''.
All’ esplodere della rivoluzione messicana, venne reclutato dai maderisti (sostenitori di [[Francisco Madero]]), combattendo Porfirio Dìaz insieme ad un gruppo di minatori, trovandosi in seguito a combattere nell’ '''Assedio di Ciudad Juarez''', dove conobbe per la prima volta Pancho Villa. In seguito alla prima vittoriosa fase della rivoluzione depose le armi tornando a fare il macchinista. Nel 1912, quando Pancho Villa era stato arrestato ingiustamente per ordine di Huerta durante la rivolta dei colorados, il treno con cui era stato deportato a Città del Messico e qui imprigionato nel famigerato carcere militare di Tlatelolco era pilotato proprio da Rodolfo Fierro, ma nessuno dei due sapeva della presenza dell’ altro.
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La sua impresa militare più brillante avvenne appena dopo essere guarito, durante la battaglia di Aguascalientes: il 26 giugno, prima della battaglia, Villa mette lui e Canuto Reyes al comando di una brigata di cavalleria di 3000 uomini che parte da Penuelas, con il compito di aggirare l’ esercito nemico, avanzare a sud verso Città del messico tagliando le comunicazioni e i rifornimenti di Obregon con la capitale e Veracruz, base dei carranzisti. Poi raggiungere il Morelos (territorio [[Emiliano Zapata|zapatista]]) per recuperare il villista '''Roque Gonzales Garza''', ex presidente della Convenzione decaduto e rimasto tagliato fuori dai suoi compagni in seguito alle disastrose sconfitte subite da Villa a Celaya e a Trinidad. L’operazione riesce alla perfezione, con Fierro che occupa Léon il 3 luglio, isolando Obregon dalla capitale, distrugge le ferrovie da cui arrivano i suoi rifornimenti e si congiunge alle truppe di Roque, portandolo sano e salvo a Torreòn il 18 agosto, dopo oltre 1000 km percorsi in territorio nemico, combattendo contro un nemico 10 volte superiore e con gli effettivi praticamente intatti.
La fama sinistra che lo accompagnava fece nascere molti aneddoti riguardanti la sua brutale spietatezza, tanto da essere soprannominato da amici e nemici El carnicero (il carnefice) in seguito all’ esecuzione di 300 '''Colorados''' fatti prigionieri da lui effettuata in un recinto di cavalli. Con 3 pistole che un amico li caricava continuamente, faceva entrare nel recinto 10 prigionieri alla volta uccidendoli mentre quelli correvano disperati.
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* Il 4 settembre 1915 dopo la resa dei conti con '''Tomas Urbina''' che stava tradendo la Division del Norte, e la riappacificazione di questi con Villa, convince gli altri fedelissimi che non bisogna lasciare vivere un rinnegato e cattura e uccide ad Arroyo de las catarinas Urbina e il suo assistente '''Justo Nevarez'''.
Come lo è stato il personaggio anche la sua morte è stata assurda per la maniera illogica e insensata in cui è avvenuta.
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Dopo Villa andò sul lago e si mise a piangere in silenzio, camminando avanti e indietro lungo le sponde sconsolato. Poi ordinò di recuperare il corpo, cosa che avvenne solo dopo 5 giorni di tentativi, da parte di un palombaro giapponese.
* Paco Ignacio Taibo II, ''Un rivoluzionario chiamato
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