Indro Montanelli: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m wlink
Atarubot (discussione | contributi)
m fix parametri in cita web using AWB
Riga 189:
Secondo la versione raccontata da Montanelli, in seguito alla "[[discesa in campo]]" di Berlusconi, questi si presentò all'ufficio amministrativo del ''Giornale'' chiedendo a Montanelli di supportarne le iniziative politiche. Egli però decise di non seguirlo. ''Il Giornale'' passò sotto la guida di [[Vittorio Feltri]].
 
Da un'intervista audiovisiva rilasciata ad [[Alain Elkann]] si evince che la loro separazione fu presa di comune accordo. Nell'intervista con Elkann, Montanelli spiega meglio la dinamica della sua uscita dal ''Giornale''. Egli, riferendosi a Berlusconi, racconta: «Gli dissi: “Io non mi sento di seguirti in questa avventura, quindi noi dobbiamo separarci”… fu una separazione consensuale fra me e Berlusconi. Il patto su cui si reggeva la nostra convivenza, che era stato scrupolosamente osservato da tutt'e due le parti (ossia "Berlusconi è il proprietario del ''Giornale'', Montanelli ne è il padrone"), era venuto meno»<ref>{{cita web|url= http://www.youtube.com/watch?v=UaJrfKF4I3I|titolo= intervista rilasciata al giornalista Alain Elkann sulla sua uscita dal Giornale|accesso=9 dicembre 09-12-2008}}</ref>. Montanelli ricostruisce quindi il dialogo che avvenne con Berlusconi, asserendo che non volle mettersi al suo servizio, sia perché non si era mai messo a servizio di nessuno e non riteneva opportuno cominciare con Berlusconi, sia perché riteneva che Berlusconi non potesse avere successo in politica.
 
Altri invece, citando lo stesso Montanelli, parlano di un aspro conflitto tra lui e Berlusconi e non convengono con coloro che sostengono la tesi che l'abbandono di Montanelli fosse in comune accordo con la proprietà<ref>{{cita web|url=http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/?r=135020|titolo= Marco Travaglio a 100 anni dalla nascita di Montanelli|accesso=04-21- aprile 2009}}</ref>. Nel sua testimonianza autobiografica pubblicata postuma nel 2002, in ogni caso, il giornalista dichiarò che ciò che aveva scritto nel suo fondo di addio, ovvero che se n'era andato di sua iniziativa e non perché costretto, era «la verità»<ref>Indro Montanelli, ''Soltanto un giornalista'', cap. 28.</ref>.
 
Il 10 gennaio 1994, Montanelli in una lettera aperta a Silvio Berlusconi scrisse:
Riga 199:
 
===Direttore della ''Voce''===
Non ritenendo di poter accettare la direzione del ''[[Corriere della Sera]]'' (che non avrebbe assunto anche gli altri redattori del ''Giornale'') offertagli da [[Paolo Mieli]] e [[Gianni Agnelli]]<ref name = "nuovestanze"/>, Montanelli decise di fondare una nuova testata, ''[[La Voce (quotidiano)|La Voce]]'', il cui nome fu scelto in omaggio a [[Giuseppe Prezzolini]]<ref name = "tristano">{{cita news|autore=Alberto Alfredo Tristano|titolo=La Voce di Montanelli|pubblicazione=Ragusa News|data=23 marzo 2009|url=http://www.ragusanews.com/articolo/9546/la-voce-di-montanelli-di-alberto-alfredo-tristano}}</ref>. L'idea iniziale era di farne un settimanale<ref>{{cita libro|titolo=Senza Voce|autore=Indro Montanelli|editore=Biblioteca Universale Rizzoli|anno=2005}}</ref>, sul modello del ''[[Il Mondo (rivista)|Mondo]]'' di [[Mario Pannunzio]]: di conseguenza la progettazione della "terza pagina", la sezione culturale, risultò particolarmente curata. A far decidere Montanelli di pubblicare un quotidiano fu il numero di giornalisti alle sue dipendenze: a seguire il loro direttore nel passaggio dal ''Giornale'' alla ''Voce'' vi furono infatti 55 cronisti su 77<ref name = "tristano"/>. Tra questi, [[Beppe Severgnini]], [[Marco Travaglio]] e [[Peter Gomez]]. La nuova impresa tuttavia non ebbe vita lunga non riuscendo ad ottenere nel tempo un sufficiente volume di vendite: nonostante un esordio di 500.000 copie,<ref>Indro Montanelli, ''Soltanto un giornalista'', cap. 29.</ref><ref>{{citaweb|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/03/29/si-spegne-la-voce.html?ref=search|titolo=''Si spegne la voce?'', [[la Repubblica]], 29 marzo [[1995]]|accesso=20-09- settembre 2012}}</ref> le vendite scesero presto sotto le 100.000 unità. L'ultimo numero fu pubblicato mercoledì 19 aprile [[1995]]. Secondo Montanelli, una causa dell'insuccesso fu l'avere sovrastimato il numero di potenziali acquirenti della rivista, pensata per un pubblico di destra liberale, non soddisfatto della svolta populistica impressa da Berlusconi<ref name = "tristano"/>. Un secondo errore fu la grafica troppo anticonvenzionale della pubblicazione, in particolare il fotomontaggio satirico e caricaturale che caratterizzava la prima pagina: la troppa aggressività delle immagini avrebbe contribuito ad allontanare i possibili acquirenti, abituati a uno stile più misurato<ref>Indro Montanelli, ''Soltanto un giornalista'', cap. 29.</ref>. In retrospettiva, tuttavia, l'avveniristica impostazione grafica, ideata dall'''art director'' [[Vittorio Corona]], avrebbe influenzato lo stile giornalistico degli anni successivi<ref>{{cita news|titolo=Addio a Corona Con Montanelli inventò «La Voce»|data=27 gennaio 2007|pubblicazione=Corriere della Sera|url=http://archiviostorico.corriere.it/2007/gennaio/27/Addio_Corona_Con_Montanelli_invento_co_9_070127047.shtml}}</ref>.
 
Dopo la chiusura della ''Voce'', Montanelli tornò a lavorare per il ''Corriere della Sera'', curando la pagina di colloquio coi lettori, la "Stanza di Montanelli". Le lettere e le risposte più significative furono in seguito raccolte nei due libri ''Le Stanze'' e ''Le Nuove stanze''.