Brian di Nazareth: differenze tra le versioni

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Per provare il suo coraggio, i rivoluzionari incaricano Brian di scrivere, nottetempo, la frase "Romani andate a casa" (citazione dello "[[Yankee Go Home]]" delle dimostrazioni contro la [[Guerra del Vietnam]]) sul muro del palazzo del governatore. Poco avvezzo alle complicazioni della [[lingua latina]], Brian viene colto sul fatto mentre scrive ''"Romanes eunt domus"'', da un legionario più ligio alla forma che alla sostanza: questi tiene infatti a Brian una lezione di grammatica col gladio spianato, obbligandolo per punizione a riscrivere la frase giusta (''"Romani ite domum''") cento volte. All'alba, dopo aver tappezzato la facciata del palazzo del governo con la frase incriminata ed essere sfuggito al conseguente inseguimento da parte di un plotone di legionari, Brian diventa l'idolo degli affiliati al "Fronte Popolare della Giudea" per la prodezza dell'impresa, ma i Romani iniziano a tenerlo d'occhio.
 
Per caso sfuggito a una severa punizione, viene scambiato dalla folla per un [[messia]] dopo aver pronunciato poche frasi di semplice buonsenso, condito comunque da una certa confusione. Un vecchio eremita dalla folta barba inizia a parlare e a gridare dopo 18 anni di rigoroso silenzio e meditazione - ma solo per imprecare, dal momento che Brian gli ha schiacciato un callo: la folla, che ha inseguito Brian il Messia (raccogliendo persino un suo sandalo come [[reliquia]]!) scambia l'evento per un prodigio, e sparge la voce sulla sua santità.
 
Dopo una notte trascorsa con l'amata Judith, un'altra rivoluzionaria dello stesso movimento, Brian trova al mattino, davanti alla propria casa, una moltitudine entusiasta, cui si presenta ignaro e, inizialmente, completamente nudo. Brian tiene loro un discorso in cui li esorta, con scarsi risultati, a pensare con la propria testa. Interviene anche la madre, chiedendo alla folla di disperdersi, ma l'unica risposta che ottiene è "È lui, è il messia!". Arrestato come sobillatore dai soldati romani, viene condotto davanti a Pilato, personaggio ambiguo caratterizzato da un'evidentissima [[rotacismo (medicina)|"erre moscia"]], in procinto di organizzare una grandiosa [[crocifissione]] con moltissimi condannati. Pilato tiene alla folla un discorso, come da tradizione, al quale interviene il suo amico dal nome risibile di Marco ''Pisellonio'', appena arrivato da [[Roma]]. Il difetto di Marco, una tremenda difficoltà nel pronunciare la [[Fricativa alveolare sorda|''esse'']] fa sbellicare dal ridere la folla mentre descrive la crudeltà dei ''sassaioli sassoni''.