Proclo: differenze tra le versioni

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Proclo visse ad Atene per quasi tutta la sua vita, eccetto un anno di esilio al quale fu costretto per la sua attività politico-filosofica, mal tollerata dal regime cristiano.
 
Egli afferma che l'origeneorigine ed il passato siano il massimo della veritaverità, Platone risulta quindi essere uno scrittore inspirato al quale tributare un culto, l'interprete dei suoi scritti, ovvero il filosofo, diviene il garante della trasmissione della rivelazione espressa nelle sue opere. Proclo non pone nulla sopra all'Uno che è semplicità assoluta, tuttavia egli sviluppa una teologia in cui le ipostasi sono ancora più numerose che nel pensiero di [[Giamblico]]. Proclo esprime quindi la dottinadottrina delle enadi divine: all'interno dell'Uno sussistono una serie di unità derivate direttamente dall'Uno e che mediano tra esso e le realtà inferiori. Per Proclo gli dei sono provvidenziali per il semplice fatto di esistere non perchèperché agiscano intenzionalmente. Il potere divino opera a tutti i livelli della realtà, anche in quello della materia che dunque non può essere identificata con il male.
 
Il suo lavoro può essere diviso in due parti. La prima è condensata nei ''memoranda'', o commentari, sul pensiero platonico, il primo dei quali scritto all'età di ventotto anni. Molti di questi commenti sono giunti fino ad oggi sia pure incompleti. Riguardano, in particolare, i dialoghi di Platone sulla [[La Repubblica di Platone|Repubblica]], [[Timeo di Taormina|Timeo]], [[Alcibiade]], [[Cratilo]] e [[Parmenide]]. In essi il filosofo analizza e riafferma il pensiero di Platone, molte volte a quel tempo assai male interpretato.