Mazziotti di Celso: differenze tra le versioni
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[[File:PalazzoMazziottiNaples3.jpg|250px|thumb|Facciata di [[Palazzo Mazziotti]] su [[Spaccanapoli]].]]
Antica famiglia originaria di [[Capua]], dove aveva titolo di [[patrizio (titolo)|patrizi]]<ref>1. Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, Collegio Araldico, Roma, varie annualità. 2. Elenco famiglie ascritte al patriziato di Capua. 3.Candida Gonzaga, vol. 5°, pag. 40 (Mazziotti, patrizi di Capua), pag. 151 (Mazziotti, illustre famiglia di Rossano Calabro, proveniente da Capua).</ref>. Lo stemma usato a Capua era: di verde alla banda d'oro (o d'argento) caricata di tre rose di rosso; cimiero un collo di cigno al naturale tenente nel becco un nastro d'oro<ref>* G. B. di Crollalanza, ''Dizionario Storico-Blasonico'', Pisa, 1888, pag. 117: Mazziotti di Capua (Di verde alla banda d’oro caricata di tre rose di rosso) – Mazziotti di Celso (breve storia e arma).</ref>.
[[File:Cartolina Villa Mazziotti.jpg|250px|left|thumb|Villa Mazziotti a Posillipo]]
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Nel 1784, l'abate don Antonio Mazziotti acquistò il feudo di Torricelli, con il titolo di "utile signore" di Torricelli, ed ebbe nel 1787 l'assenso del duca [[Sanfelice]] di Acquavella. Il feudo fu passato al fratello Ferdinando e quindi ai suoi discendenti maschi primogeniti<ref>Amplo diploma in pergamena, unitamente a documenti che provano l'esercizio feudale (Archivio Mazziotti).</ref>.
Ferdinando Mazziotti, che era già secondo "utile signore" di Torricelli, acquistò quindi nel 1804 il feudo di Celso e di Santa Maria della Stella, con titolo di barone, dal principe Giuseppe de Liguoro di [[Pollica]]<ref name="P. Ebner, 707"/>. Dopo l'[[eversione della feudalità]] del 1806, il solo titolo nobiliare di barone di Celso venne riconosciuto nel 1868 al nobiluomo [[Francesco Antonio Mazziotti<ref>[[Regio decreto]] del 25 novembre 1868: Giuseppina Lupi, [http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-antonio-mazziotti_(Dizionario_Biografico)/ «Mazziòtti, Francesco Antonio»], in ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', vol. 72 (2008), [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>, dopo essere stato comunque portato anche dal padre di questi, Pietro Mazziotti, figlio di Ferdinando<ref> 1.Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana 1922. 2 Elenco "Malta", Presidenza del Consiglio dei Ministri,1960. 3. (Consulta Araldica, Libro d'Oro e fascicoli Mazziotti)</ref. Il titolo proseguì poi con il figlio di Francesco Antonio, Pietro, e con i suoi discendenti (prima linea baronale), mentre il titolo di barone sul cognome per i primogeniti (seconda linea baronale) passò all'altro figlio di Francesco Antonio, il senatore Matteo Mazziotti. (Consulta Araldica, Libro d'Oro e fascicoli Mazziotti.<ref> [[Vittorio Emanuele II]] riconobbe al barone di Celso un nuovo stemma, che richiamava solo in parte quello precedente.
{{Stemma
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[[Nicola Mazziotti]], fratello di Gerardo fu ufficiale sotto il re [[Gioacchino Murat]] ed esponente rivoluzionario nei moti del 1820: fu condannato a morte a [[Napoli]] nel 1821. L'altro fratello, [[Pietro Mazziotti|Pietro]] fu inizialmente diseredato dal padre Ferdinando perché sposato ad una donna di umile condizione e si trasferì a [[Stella Cilento]]<ref name="G. Lupi"/>; fu coinvolto nei [[Moti del Cilento (1828)|moti cilentani del 1828]]: arrestato dai Borboni, morì di [[tifo]] nelle prigioni di [[Salerno]] il 12 marzo 1829<ref name="G. Lupi"/>
[[Giovanni Battista Mazziotti]] (1766 - Napoli, 1850), fu anch'egli titolare di cariche pubbliche nella [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica partenopea]] del 1799. Deportato nel 1800, fu poi [[commissario di polizia]] durante il [[Regno delle Due Sicilie#Il decennio francese|decennio napoleonico]] e fino al 1819. Partecipò ai [[Moti del 1820-1821|moti del 1820]] e fu imprigionato fino alla sua deportazione nel 1825 sull'[[isola di Favignana]]. Tornato a Napoli nel 1832, vi morì nel 1850. Le dicerie lo accusarono di favoreggiamento della banda di [[brigantaggio|briganti]] dei [[Fratelli Capozzoli]] di [[Monteforte Cilento|Monteforte]], attiva nel [[Cilento]] per circa un decennio<ref
[[Francesco Antonio Mazziotti]] ([[Stella Cilento]], 19 ottobre 1811 – Napoli, 29 gennaio 1878), barone di Celso, figlio del barone Pietro Mazziotti<ref name="G. Lupi"/> fu condannato a morte in [[contumacia]] dopo i [[moti del 1848]] e costretto all'esilio in [[Genova]]<ref name="G. Lupi"/>. Dopo l'[[unità d'Italia]] fu [[Deputato del Regno d'Italia|deputato del Regno]]<ref name="G. Lupi"/>. La baronessa Marianna Mazziotti, che per nascita apparteneva alla famiglia Pizzuti, di [[Montecorvino Rovella]] fu anch'essa un'eroina risorgimentale.
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