Evangelium vitae: differenze tra le versioni
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==Panoramica dei contenuti==
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Attraverso una panoramica iniziale sulle minacce alla vita umana nel passato e nel tempo presente, l'enciclica offre una breve storia dei passaggi [[Bibbia|biblici]] che condannano la soppressione della vita. Alla luce di questi passaggi l'enciclica prende direttamente in esame azioni specifiche, tra cui l'[[Interruzione volontaria di gravidanza|aborto]] (che viene definito, citando [[Tertulliano]], "un omicidio anticipato per impedire a qualcuno di nascere", EV 61) e l'[[eutanasia]] (che Giovanni Paolo II chiama "preoccupante «perversione» della pietà", EV 66). L'enciclica condanna anche l'uso della [[pena di morte]] nel mondo contemporaneo, dato che non bisogna
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L'enciclica analizza poi fattori [[Società_umana|sociali]] e [[cultura|culturali]], sottolineando l'importanza di una società costruita attorno alla [[Famiglia_(società)|famiglia]], piuttosto che al desiderio di una sempre maggiore efficienza, e sottolineando l'impegno di farsi carico dei [[povertà|poveri]] e dei [[malattia|malati]].
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Il primo passo riguarda l'[[omicidio]]:
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Il secondo è sull'[[interruzione volontaria della gravidanza|aborto]]:
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Il terzo riguarda l'[[eutanasia]]:
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La maggior parte dei teologi cattolici sono concordi nel considerare infallibili questi insegnamenti sull'immoralità dell'omicidio, dell'aborto procurato e dell'eutanasia. Altri teologi ne accettano l'infallibilità, ma sostengono che questi insegnamenti non sono esempi dell'[[infallibilità papale]], quanto piuttosto esempi dell'infallibilità del magistero ordinario e universale della Chiesa (quando cioè tutti i vescovi dispersi nel mondo sono concordi nel ritenere infallibile una certa dottrina).
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* Secondo la teologia cattolica, un insegnamento del [[magistero]] ordinario e universale è infallibile
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:Sono considerate parte del magistero ordinario e universale anche materie costantemente insegnate dalla [[Santa Sede|Sede di Pietro]], cioè dottrine lungamente approvate dalla [[Tradizione cattolica|tradizione]] della chiesa. Prima di scrivere la ''Evangelium Vitae'', Giovanni Paolo II consultò tutti i vescovi del mondo chiedendo se fossero tutti d'accordo nel ritenere immorali l'omicidio, l'aborto procurato e l'eutanasia, ed essi risposero concordemente che erano d'accordo. Per rendere esplicito questo legame tra il papa e tutti i vescovi, ognuno dei tre passaggi citati di ''Evangelium Vitae'' si conclude con un riferimento al "magistero ordinario e universale" e con una nota che rimanda a ''[[Lumen Gentium]]'' 25, dove tale magistero è definito.
* La [[Congregazione per la dottrina della fede]], nel suo documento "Formula da usarsi per la professione di fede e il giuramento di fedeltà nell’assumere un officio da esercitarsi a nome della Chiesa, con Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della ''Professio fidei''” (29 giugno [[1998]], [http://www.ratzinger.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91 leggi tutto]), firmato dall'allora prefetto [[Papa Benedetto XVI|Joseph Ratzinger]] e dall'allora segretario [[Tarcisio Bertone]], scrive a proposito di "tutte e singole le verità circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi proposte dalla chiesa in modo definitivo":
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* L'attuale Prefetto della [[Congregazione per la dottrina della fede]], [[William Joseph Levada|William Levada]], nel 1995 scrisse che l'insegnamento dell<nowiki>'</nowiki>''Evangelium Vitae'' riguardo all'aborto è un insegnamento infallibile del magistero ordinario.
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