Indo-sasanidi: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: Elimino tutti gli interlinks vedi Wikidata: D:Q1661685 |
m WPCleaner v1.29 - Disambigua corretti 2 collegamenti - Arabe, Gandhara |
||
Riga 2:
[[File:VarahranI.jpg|thumb|Moneta del ''kushansha'' indo-sasanide [[Varhran I]] (inizi IV secolo).]]
Gli '''Indo-sasanidi''', '''Kushano-sasanidi''' o '''Kushansha''' (anche '''Indo-sassanidi''') erano i Persiani [[sasanidi]] che vivevano nella parte dell'India conquistata dai Persiani nel corso del [[III secolo|III]] e [[IV secolo]] a spese dei [[Kushan]]. Vennero a loro volta cacciati dall'India nel 410 a causa delle invasioni degli [[Indo-eftaliti]]. Riuscirono a riconquistare i territori perduti quando i Sasanidi distrussero gli [[Eftaliti]] nel 565, ma a metà del [[VII secolo]] il loro dominio sull'India occidentale finì a causa delle conquiste [[arabi|arabe]].
== Storia ==
Riga 8:
[[File:Indo-Sassanid.jpg|thumb|250px|left|Percorsi commerciali Indo-sasanidi]]
I Sasanidi, poco dopo la loro vittoria sui [[Parti]], si espansero [[Battria]] sotto il regno di [[Ardashir I]] nel 230 circa, e, sotto il regno di [[Sapore I]] (240-270) conquistarono anche il [[Pakistan]] e la parte occidentale dell'[[India]]. I Kushan persero a causa delle invasioni sasanidi i territori occidentali del loro regno (incluse [[Battria]] e [[Regno di Gandhāra|Gandhara]]) e si sottomisero al dominio dei nobili sasanidi chiamati [[Kushanshah]] o "Re dei Kushan".
[[Kartir]], un [[guru]] che fu consigliere di almeno tre dei primi re, istigò la persecuzione dei non-[[Zoroastrismo|zoroastriani]], cioè cristiani, buddhisti, ebrei, indù e, in particolare, [[Manicheismo|manichei]], che risiedevano principalmente nei territori orientali. La persecuzione cessò sotto il regno di [[Narsete di Persia|Narsete]] (293–302).
Riga 21:
== Influenze religiose ==
Il profeta [[Mani (profeta)|Mani]] (210-276), fondatore del [[Manicheismo]], seguì l'espansione sasanide a oriente, che lo espose alla fiorente cultura [[buddista]] di [[Regno di Gandhāra|Gandhara]]. Si dice avesse visitato [[Bamiyan]], dove alcuni dipinti religiosi sono attribuiti a lui, e si ritiene che lui abbia vissuto e insegnato lì per qualche tempo. Si dice inoltre di aver visitato la [[valle dell'Indo]] nel 240 o 241, e di aver convertito un re buddista, lo scià Turan d'India.
Il viaggio in India e il contatto con la civiltà buddista influenzò il Manicheismo: «Le influenze Buddiste furono significative nella formazione del pensiero religioso di Mani. La trasmigrazione delle anime divenne uno dei dogmi del Manicheismo, e la struttura quadripartita della comunità manichea, suddivisa in monaci maschi e femmine (gli 'eletti') e i loro seguaci (gli 'uditori') che li sostenevano, sembra essere ispirata al [[sangha]] buddista» (Richard Foltz, ''Religions of the Silk Road'').
|