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In passato, ''negro'' non era percepito come termine dispregiativo e costituiva il modo più comune per riferirsi ai popoli di pelle scura, sia in [[letteratura]] (usato tra l'altro come traduzione comune di termini stranieri come l'[[lingua inglese|inglese]] ''nigger'' e il [[lingua francese|francese]] ''nègre''), sia nel linguaggio comune. Un esempio noto di uso del termine ''negro'' nella sua accezione originale è il brano musicale ''Angeli negri'' (dal film ''Angelitos Negros'' del [[1948]], cantato da [[Pedro Infante]] ed eseguito in italiano da [[Marino Barreto Junior]] nel [[1959]] e da [[Fausto Leali]] nel [[1968]]), così come nel brano del [[1963]] ''[[I Watussi/Prendiamo in affitto una barca|I Watussi]]'' di [[Edoardo Vianello]]. Anche vocaboli ancora in uso come ''negritudine'' o il titolo della rivista ''[[Nigrizia]]'' dei [[Comboniani|padri comboniani]] derivano dal termine ''negro'' usato senza alcuna connotazione negativa o discriminatoria.
 
Nell'uso comune contemporaneo ''negro'' viene tuttavia generalmente percepito come dispregiativo e [[razzismo|razzista]], probabilmente come conseguenza dell'estensione all'italiano dei dettami del ''[[politicamente corretto]]'' che nella cultura [[lingua inglese|anglosassone]] hanno portato alla condanna del dispregiativo ''nigger'' (ulitizzato al posto di ''black'').<ref>O. Calabrese, ''I buffi integralisti del politically correct'' in [http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/19/buffi_integralisti_del_politically_correct_co_0_9909195010.shtml Corriere della Sera, 19 settembre 1999]</ref><ref>V. ''Negro, nero, nigger'', in ''[[New Thing]]'' di [[Wu Ming]] 1</ref> Vengono considerati sostituti accettabili di ''negro'' espressioni come ''persona di colore'' o semplicemente ''nero'' oppure, laddove possibile, denominazioni più specifiche (come ''[[africa]]no'' o ''[[afroamericano]]'' rispettivamente per riferirsi ai neri africani o [[Stati Uniti d'America|statunitensi]]).<ref>B. Gabutti, traduttore di ''Charles de Foucauld: esploratore del Marocco, eremita nel Sahara'' di [[René Bazin]] (1921) usa il termine negro e spiega che più avanti nel testo il termine verrà tradotto come ''uomo di colore'' o ''nero''.</ref> Il termine viene talvolta recuperato per motivi letterari<ref>Si veda per esempio l'introduzione di Giuseppe Culicchia a ''[[Le avventure di Huckleberry Finn]]'', [[Feltrinelli]] 2005.</ref> o per tradurre varianti straniere anch'esse considerate dispregiative, come l'inglese ''nigger'' molto frequente nel [[cinema]].<ref>Per esempio nel doppiaggio di opere cinematografiche come ''[[Arma letale 2]]'', ''[[Die Hard (serie di film)|Die hard]]'', ''[[Get Shorty]]'' e ''[[Tropic Thunder]]''.</ref> L'uso del termine senza connotazioni dispregiative ha comunque ancora qualche diffusione, e la [[magistratura italiana]] ha giudicato condannabili come incitamenti all'odio razziale solo [[locuzione|locuzioni]] esplicitamente offensive come ''sporco negro''.<ref>http://www.piemonteimmigrazione.it/PDF/approfondimento%20leg_sporco%20negro.pdf?ID=1210</ref>
 
Il termine ''negro'' continua inoltre a essere usato in [[Idiotismo|frasi idiomatiche]] con una varietà di significati [[metafora|metaforici]], legati soprattutto alla [[Tratta atlantica degli schiavi africani|tratta degli schiavi]] africani; un esempio è la [[locuzione]] ''lavorare/sudare come un negro'' (ovvero ''come uno schiavo'') o l'uso della parola ''negro'' per riferirsi a chi lavora al posto di un altro (per esempio nel campo della letteratura)<ref> {{cita web|url=http://old.demauroparavia.it/73408|titolo=De Mauro - negro <!-- Bot generated title -->|deadurl=yes|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20080101000000/http://demauroparavia.it/73408|dataarchivio=1º gennaio 2008}}</ref>.