Adolfo Kind: differenze tra le versioni

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Dopo gli esperimenti al Parco del Valentino e sui pendii collinari torinesi, il gruppo di dodici pionieri capitanato da Kind salì a [[Giaveno]] in tram, e da lì raggiunse le frazioni più alte, passando per Prà Fieul fino alla cima del [[Monte Cugno dell'Alpet]] (2.072 m), poco ad est della oggi più nota [[Punta dell'Aquila]]. Nel [[1899]] fu la volta dei 3000 metri: il [[monte Tomba]], sopra il [[lago del Moncenisio]].
Nel [[1901]], all'interno del [[Club Alpino Italiano]] (CAI) nacque lo Ski Club Torino, primo in Italia, allo scopo di allenarsi nel pattinaggio e nelle escursioni con gli sci. La rosa dei ventinove soci fondatori contava quasi tutti gli alpinisti più esperti d'inizio secolo: [[Adolfo Hess]], [[Giacomo Dumontel]], [[Ubaldo Valbusa]], [[Ettore Canzio]] e lo stess Kind. La quota era di lire 5 all'anno.
Il [[3 gennaio]] [[1902]], durante la seconda adunata dell'associazione, Adolfo Kind venne nominato direttore dello ''Ski Club'', ruolo che manterrà fino alla morte, nel [[1907]].
Prà Fieul, su cui era stata costruita una ''grangia'' completa di stufa e coperte, assolse per molti anni alla funzione di Stazione Sociale del Club. Col passare del tempo, però, si dimostrò limitata: località troppo bassa, spesso carente di neve e con spazi troppo stretti per le ambizioni del gruppo.
Nel gennaio del [[1906]] venne inaugurata la "prima stazione alpina italiana" a [[Oulx]], in Alta Valsusa, e nel mese di febbraio dello stesso anno, a [[Sauze d'Oulx]], si organizzò il primo corso di sci: vi parteciparono, insieme agli iscritti del Club, alcuni ufficiali dei [[Alpini|reggimenti alpini]]. Fu chiamato a dirigerlo il campione norvegese [[Harald Smith]]. Proprio a Sauze, peraltro, Adolfo Kind costruì un rifugio, tuttora esistente sotto il nome di Capanna Kind, nel comprensorio sciistico di Sportinia.
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== Lo sci e la guerra ==
Tra i fedeli compagni di Adolfo Kind durante le prime escursioni era, oltre al figlio [[Paolo Kind|Paolo]], il tenente d'artiglieria Luciano Roiti. I tre percorsero insieme, nel [[1897]], il tragitto da [[Balme]] al [[Pian della Mussa]], in [[val d'Ala]] nelle [[valli di Lanzo]].
Il [[24 gennaio]], inoltre, effettuarono la più difficile traversata da [[Borgone Susa|Borgone]] (Valsusa) a [[Giaveno]] (Val Sangone), valicando il Monte Salancia: cinque ore e mezza per quasi 1700 metri in salita.
Proprio il tenente Roiti raccontò l'impresa nell'articolo ''Delle marce sulla neve'', pubblicato il [[12 marzo]] [[1897]] sulla rivista ''L'esercito italiano''. Le potenzialità militari degli sci, accanto ai gesti sportivi promossi da Kind, stavano venendo fuori.
Del resto, lo sci rimarrà passatempo elitario fino alla [[Grande Guerra]], quando gli alti comandi militari organizzeranno corsi nelle valli torinesi per colmare il divario con l'esercito austriaco.
Gli alpini-sciatori vennero coinvolti in battaglie disperate, sull'Adamello e sul Cevedale, a oltre tremila metri d'altezza. Finita la guerra, toccherà proprio ai reduci di quelle imprese dare l'avvio allo sviluppo di massa dello sci, in qualità di maestri.
 
Adolfo Kind non sopravvisse abbastanza per veder decollare lo sport che aveva contribuito a far nascere. Morì nel [[1907]], ad appena 59 anni, durante un'ascensione sul [[Passo del Bernina|Bernina]], nella natìa [[Svizzera]].
Ne proseguì l'opera il figlio [[Paolo Kind]], che il [[7 novembre]] [[1908]] fondò l'Unione Ski Club Italiani, di cui l'odierna [[FISI]] (Federazione Italiana Sport Invernali) è erede diretta.
 
==Collegamenti esterni==