Imago Pietatis (Giovanni Bellini): differenze tra le versioni
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| data = [[1455]]-[[1460]]
| opera = dipinto
| tecnica = [[tempera]]
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==Storia==
La tavola è considerata tra le opere più antiche di Giovanni Bellini, oltre che prototipo, assieme alla ''[[Pietà (Giovanni Bellini Bergamo)|Pietà]]'' dell'[[Accademia Carrara]] di [[Bergamo]], per la fortunata serie delle ''Pietà''.
==Descrizione e stile==
L'immagine si rifà alle icone bizantine dell<nowiki>'</nowiki>''imago pietatis'', molto diffuse a Venezia, e dei ''Ritratti di Passione'', dove Cristo era raffigurato morto con le piaghe della Passione e con un fedele che lo contemplava, traendo dall'osservazione del dolore divino oltre che compassione anche consolazione per il proprio. Inoltre la disposizione delle braccia incrociate citava una celebre icona-masaico romana ritenuta miracolosa, apparsa secondo la leggende a [[papa Gregorio Magno]] durante una messa e conservata nella [[basilica di Santa Croce in Gerusalemme]].
L'opera mostra, con una certa asprezza di modi, il Cristo che si leva dal sepolcro scoperchiato sullo sfondo di un paesaggio incorniciato da due alti promontori. Nonostante gli influssi di [[Andrea Mantegna]] già riscontrabili (il pittore padovano era cognato di Bellini dal [[1453]]), l'opera è intonata a un lirismo intenso che divenne una delle caratteristiche base dell'arte di Giovanni, trasfigurando il dramma divino in un sentimento accorato e malinconico.
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