Partenope (città antica): differenze tra le versioni

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Di questo primo insediamento non fanno espressa menzione le fonti che fanno riferimento ad un'ottica cumana, eccetto [[Strabone]] che ne dà un'idea.<ref name=Lombar/> Per quanto riguarda l'ottica neapolitana, ne parlano sia [[Quinto Lutazio Catulo (console 102 a.C.)|Lutazio]] che [[Tito Livio|Livio]].<ref name=Lombar/>
 
'''Catulo''' riportò che Partenope nacque per l'iniziativa di alcuni cumani oppositori. Tuttavia, la città madre decise ben presto di distruggerla in quanto cominciò a sentirsi minacciata dalla sua crescente potenza. Per questo atto i cumani subirono una punizione divina e per ordine di un oracolo furono costretti a restituire sia la città che il culto della [[Partenope (mitologia)|Sirena Partenope]]<ref name=Lombar/>. Per questo rinnovamento posero alla città il nome di Neapolis. Gli studi di questa sorgente storica inducono a captare una consolidata tradizione neapolitana che mostra una marcata equivalenza fra il culto della Sirena e l'esistenza del sito. I chiari atteggiamenti polemici ed anticumani sono da riscontrare nel passato dei rapporti tra [[Cuma]] e Neapolis, non nel [[II secolo a.C.]]: come si evince dalla tradizione cumana, le diatribe sono da ricondurre in particolar modo a quel diverso interfacciarsi nei confronti delle popolazioni dell'entroterra, i sanniti e i [[campani]] (periodo che riguarda la fine del [[V secolo a.C.]])<ref name=Lombar/>. A questo lasso di tempo risale quindi quel particolare modo di ripercorrere il passato di Neapolis, ovvero di mostrare Cuma comesotto launa luce di città invidiosa e astiosa<ref name=Lombar/>. Tuttavia, lo stesso lessico della fonte implicherebbe, come già accennato precedentemente, piuttosto una decifrazione delle vicende in senso politico-istituzionale anziché verso cancellazioni e ripristinamenti fisici.<ref name=Lombar/>
 
'''Strabone''' ne dà un'idea nel passo in cui parla di Neapolis ma la lascia sostanzialmente senza nome. Si distinguono due momenti: la fondazione di Neapolis per mano cumana come fase d'inizio e quello della venuta degli epoikoi ateniesi e pithecusani che demarca il nome del sito. Il racconto continua sottintendendo la polemica cumana nei confronti di Neapolis, per aver accettato all'interno delle sue mura una parte di [[campani]]. I cumani si sentirono traditi da quel sito che avevano loro stesso fondato<ref name=Lombar/>. Da qui si possono quindi riscontrare: la motivazione di una determinata modalità percorsa nel descrivere le vicende passate del sito, il grado temporale della fonte immessa nel geografo in oggetto, le generalità di quest'ultima.<ref name=Lombar/> Sull'occultamento dei rapporti tra Partenope e Cuma, la spiegazione si evince tenendo conto della parentesi distruttiva circa l'accrescimento di Partenope, presente nel racconto Lutaziano<ref name=Lombar/>. Il nome del sito fu dovuto ad un arrivo di nuovi coloni non ad una rifondazione avvenuta in un secondo momento come atto riparativo ad una punizione divina (la [[peste|pestilenza]]), l'oracolo affiancò la seguente ricostituzione e si riferì esclusivamente all'agone ginnico per la Sirena, non alla fondazione in sé per la quale si riporta solamente che si verificò per mano cumana. L'inciso di Strabone lo si decifra dunque col raffronto con quello lutaziano. Se il nome di Partenope non compare in questa sede è solo a causa delle tendenze centrifughe della fonte, a cui Strabone è rimasto semplicemente congruente.<ref name=Lombar/>