Utente:Truthful eye/Sandbox4: differenze tra le versioni

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Alcune ricerche (Steinkamp et al., 1993) dimostrarono che i soggetti con [[artrite]] patello-femorale possono tollerare la riabilitazione meglio con la ''leg press'' rispetto alla ''leg extension'' lungo il ''range'' di movimento funzionale per via di un inferiore stress all'articolazione patello-femorale. Si evidenziò che tutti i parametri di stress articolare risultassero maggiori tra 0 e 30° di ''estensione'' della gamba<ref name="Steinkamp">Steinkamp et al. ''[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8346760 Biomechanical considerations in patellofemoral joint rehabilitation]''. Am J Sports Med. 1993 May-Jun;21(3):438-44.</ref>, che nelle fasi riabilitative risulta il range più indicato. Hirokawa et al. (1992)<ref name="Hirokawa">Hirokawa et al. ''[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1636861 Anterior-posterior and rotational displacement of the tibia elicited by quadriceps contraction]''. Am J Sports Med. 1992 May-Jun;20(3):299-306.</ref> conclusero che la contrazione del quadricipite durante la ''leg extension'' avesse un impatto sul discolamento anteriore, sulla rotazione della tibia e quindi sullo stress del [[legamento crociato anteriore|legamento crociato anteriore (ACL)]], aumentandolo di pari passo con l'aumento della forza durante l'estensione del ginocchio. Le stesse osservazioni furono concluse da Yack et al. (1993), suggerendo lo ''squat'' parallelo come sostituzione alla ''leg extension'' per minimzzare lo stress sul legamento crociato anteriore<ref name="Yack">Yack et al. ''[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8267687 Comparison of closed and open kinetic chain exercise in the anterior cruciate ligament-deficient knee]''. Am J Sports Med. 1993 Jan-Feb;21(1):49-54.</ref>. Grood et al. (1984) notarono un aumento del dislocamento anteriore della tibia nel ''range'' da 30 a 0° di ''estensione'', suggerendo che il legamento crociato anteriore fosse particolarmente sovraccaricato lungo questo arco di movimento. Essi conclusero che usare carichi importanti sulla ''leg extension'' potesse produrre delle grandi forze di contatto patello-femorale e tibio-femorale. Poichè la forza del quadricipite aumentava poco durante l' ''estensione'' compresa nel ''range'' tra i 50 e i 15°, i pazienti affetti da condrite patello-femorale, per i quali un arco di movimento ampio non è suggerito, potessero limitare gli esercizi per il quadricipite senza ridurne la forza<ref name="Grood" />. Altre analisi (Escamilla et al., 1998) hanno stabilito che la forza di compressione tibiofemorale durante la ''leg extension'' sia maggiore vicino alla massima ''estensione'', mentre la forza di compressione patellofemorale sia maggiore a metà del range nella fase di ''estensione''. Se paragonata allo ''squat'' e alla ''leg press'', solo la ''leg extension'' ha dimostrato di provocare tensione sul legamento crociato anteriore, la quale avviene in prossimità della massima ''estensione''. Tuttavia, la tensione sul [[legamento crociato posteriore|legamento crociato posteriore (PCL)]] era maggiore del doppio con lo ''squat'' e con la ''leg press''<ref name="Escamilla">Escamilla et al. ''[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9565938 Biomechanics of the knee during closed kinetic chain and open kinetic chain exercises]''. Med Sci Sports Exerc. 1998 Apr;30(4):556-69.</ref>. Le analisi di questa ricerca mostrarono inoltre che il reclutamento dei muscoli ischio-crurali fosse maggiore del doppio con lo ''squat'' rispetto alla ''leg press'' e alla ''leg extension''. Questo può rappresentare un ulteriore svantaggio nelle fasi riabilitative a seguito di lesioni del legamento crociato anteriore, in quanto gli ischio-crurali esercitano un ruolo importante nella stabilità del ginocchio<ref>Holcomb et al. ''[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17313266 Effect of hamstring-emphasized resistance training on hamstring:quadriceps strength ratios]'. J Strength Cond Res. 2007 Feb;21(1):41-7.</ref>, favorendo un maggiore sviluppo della forza e della capacità funzionale con l'estensione dell'anca.
 
Infine, svariate ricerche hanno osservato che la ''leg extension'' enfatizzi maggiormente l'attività del retto femorale rispetto a quella dei vasti, in particolare il vasto mediale<ref name="Escamilla" /><ref name="Brindle" /><ref name="Stensdotter" />. Bisogna considerare che il vasto mediale ha un'importante funzione nella stabilità della rotula e nella prevenzione della sua sublussazione laterale durante l'estensione del ginocchio<ref name="Escamilla" /><ref name="Powers">Powers et al. ''[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8790273 Timing and intensity of vastus muscle activity during functional activities in subjects with and without patellofemoral pain]''. Phys Ther. 1996; 76(9):946–955.</ref>. Il vasto mediale esercita una trazione mediale sulla rotula contro la forza laterale del vasto laterale. La corretta sincronizzazione della contrazione muscolare coordinata del vasto mediale e del vasto laterale è essenziale per il corretto allineamento dell'articolazione femoro-rotulea. Disfunzioni tra il vasto mediale obliquo e vasto laterale nella tempistica, negli squilibri di forza, o in entrambi, a seguito dell'inibizione del vasto laterale, possono portare a sublussazione laterale della rotula, maggiore contatto femoro-rotuleo, dolore retropatellare e la degenerazione della cartilagine articolare<ref>Witvrouw et al. ''[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15703965 Clinical classification of patellofemoral pain syndrome: guidelines for non-operative treatment]''. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2005; 13(2):122–130.</ref><ref>Brody DM. ''[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3621852 Running injuries. Prevention and management. Clin Symp. 1987; 39(3):1–36.</ref>. È importante considerare che l'uso della ''leg extension'' deve essere compensato dall'utilizzo di esercizi complementari a catena cinetica chiusa (''squat'', ''leg press'') per garantire un corretto equilibrio nella tonicità dei capi che compongono il quadricipite, in particolare il vasto mediale, meno coinvolto durante l'esecuzione del macchinario.
 
'''Conclusioni:'''<br>