Fiorenzo Tomea: differenze tra le versioni

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Aggiunto pittore conoscente del Tomea
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Giunge a Verona nel [[1926]] e, sempre con il fratello, si dedica al piccolo commercio ambulante. Qui si iscrive ai corsi serali dell'[[Accademia Cignaroli]] e stringe amicizia con [[Giacomo Manzù]] e [[Renato Birolli]]. Nel [[1928]], alla fine dei due anni di corso, ritorna a Milano dove conosce [[Aligi Sassu]], [[Bruno Cassinari]], [[Domenico Cantatore]] e [[Francesco Messina]]. Determinante è l'incontro con [[Edoardo Persico]], critico napoletano, giunto a Milano da [[Torino]] dopo l'esperienza con [[Il Gruppo dei Sei]]. Grazie a Persico, Tomea viene a conoscenza delle opere di [[Carlo Carrà]], di [[Ottone Rosai]], della [[pittura metafisica]], dell'[[Impressionismo]], di [[Paul Cézanne]] e delle lettere di [[Vincent Van Gogh]]. Nel [[1931]] viene chiamato alle armi e presta servizio militare a [[Firenze]] nel 7º Genio. Nel [[1932]] Persico organizza presso la ''Galleria il Milione'' una mostra collettiva alla quale partecipano Tomea, Manzù, Birolli, Cortese e Grosso.
 
Nell'autunno del [[1934]] si reca a [[Parigi]] assieme al suo amico Aligi Sassu e vi rimane per circa sei mesi. Qui può finalmente studiare dal vivo le opere degli Impressionisti, di Cézanne, di Van Gogh, di [[James Ensor]]. Incontra parecchi pittori italiani: [[Gino Severini]], [[Giorgio de Chirico]], [[Achille Funi]], [[Filippo de Pisis]], [[Massimo Campigli]], [[Renato Guttuso]], [[Orfeo Tamburi]], [[Leonor Fini]], [[Lionello Venturi]], [[Vittorio Schweiger]].
 
Al suo ritorno, nel [[1935]], si stabilisce definitivamente a Milano e inizia la stagione delle grandi mostre: infatti, nel [[1936]] espone con Manzù, Sassu, [[Gabriele Mucchi]] e la Wiegmann alla Galleria ''La Cometa'' di [[Roma]]. Nel [[1937]] vince la ''Medaglia d'oro del Ministero dell'Educazione'' alla ''VIII Mostra sindacale lombarda'', al ''Palazzo della Permanente'' di Milano, per il quadro ''Candele e Maschere''. Nel dicembre dello stesso anno allestisce la prima personale presso la Galleria ''la Cometa'' di Roma, presentata da Carlo Carrà. Quadri famosi di questo periodo sono ''Candele e Maschere'', ''La Tempesta'', ''Il Drago''. Partecipò nel [[1939]] alla prima mostra del [[Gruppo di Corrente]] (che prese il nome dal giornale fondato da [[Ernesto Treccani]]). Nell'ottobre del [[1940]] espone con successo presso la '' Galleria Barbaroux'' di Milano. Nel [[1942]] partecipa alla [[XXIII Biennale d'arte]] di [[Venezia]], con diciannove opere in una sala personale a lui riservata.