Giovanni March: differenze tra le versioni
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È considerato uno degli artisti più moderni tra i fondatori del Gruppo Labronico, anche se la sua opera ha finito per avere la stessa collocazione commerciale di quella dei pittori di fine [[XIX secolo|Ottocento]] e i primi del [[XX secolo|Novecento]]. 
Pittura limpida, serena, spontanea, nasce da un impeto interiore dell’artista, che partendo dal linguaggio della tradizione macchiaiola toscana, attraverso i suoi più grandi esponenti, arriva a sviluppare un gusto ed una tecnica assolutamente personali. Le sue doti iniziano a crescere dedicandosi alla sua passione come autodidatta, dimostrando ben presto un profondo senso di osservazione ed un certo controllo coloristico. Dopo essersi appoggiato, per la sua formazione, all’arte toscana ed in particolare ai maestri livornesi, non esita ad abbandonarli, in favore di nuove ricerche, mosse dalla sua volontà di rinnovarsi continuamente. Così, nelle sue opere troviamo spesso dei contenuti che possiamo definire tipicamente toscani accostati ad uso a volte azzardato ed innovativo del colore. Il divisionismo di Nomellini gli fu di lezione, ma a questo accostò una conoscenza diretta dei modelli francesi contemporanei, dai quali seppe cavarne spunti importanti, restando però sempre legato da un’inconscia fedeltà alla lezione toscana. Lungo il corso della sua carriera le sue tele risentono di tutti gli influssi che egli, mai pago dei risultati raggiunti, sembrò cercare anche oltre ai confini italiani. Ricorrono paesaggi dalle atmosfere sospese, dai colori  
==Bibliografia== 
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