Ex-monastero di San Silvestro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 7:
===Il monastero===
[[File:Pianta del buonsignori, dettaglio 180 san salvestro monastero (San Silvestro).jpg|thumb|250px|left|Il monastero nella pianta del Buonsignori (1584-1594)]]
Il nucleo più antico dell'edificio si deve all'acquisto fatto nel [[1531]] da [[Francesco Minerbetti]], [[arcivescovo di Sassari]] e poi [[diocesi di Arezzo|di Arezzo]], di un terreno posto in questa zona, destinato a monastero femminile. conTale laatto condizionedi chebeneficenza lescioglieva religioseun fosserovoto diche nobileil famigliavescovo daaveva partefatto dicirca entrambiil iritorno genitoridei e[[Medici]] fosseroa scelteFirenze, tradopo quelleche ila cuiRepubblica antenatiaveva avesseroconfiscato rivestitotutti lai caricabeni didella [[gonfaloniere diMinerbetti|sua Giustiziafamiglia]]. Lacol creazionepretesto dledello monasteroscandalo eradel unduello extra votoAndrea perMinerbetti festeggiaree il ritorno in città deiGiovanni [[MediciBuonaparte]], allaavvenbuto cadutasotto dell'ultimala [[Repubblicaloggia didel Firenze|RepubblicaMercato Nuovo]] (per l'amore della bella Alessandrina [[1530Acciaioli]]).
 
Con l'[[assedio di Firenze]] nel [[1530]] i Medici ripresero possesso della città e il vescovo, tornato nella piena facoltà delle ricchezze familiari, sciolse il voto spendendo ben 50.000 scudi nell'impresa. La condizione per accedere al monastero era che le religiose, in tutto tredici, dovessero essere di nobile famiglia da parte di entrambi i genitori e fossero scelte tra quelle i cui antenati avessero rivestito la carica di [[gonfaloniere di Giustizia]].
 
Costruito entro il [[1536]] il monastero e la relativa chiesa e posto sotto la regola benedettina con la denominazione di San Silvestro. All'inizio vi risiedevano solo tredici donne di nobile famiglia, ciascuna delle quali aveva diritto ad essere seguita e servita da tre converse, di altrettanto buona famiglia.
 
Nel Seicento [[Cosimo III]] vi fece rinchiudere la figlia di un [[pascià]] rapita dai [[cavalieri di Santo Stefano papa e martire|cavalieri di Santo Stefano]] come preda di guerra e portata a [[Livorno]] quasi come schiava. Il devotissimo granduca di Toscana l'adottò dandole il nome di "Umiliana de' Medici" (chiaro il riferimento alla [[beata Umiliana]]) e rinchiudendola nel monastero più esclusivo della città dove morì a 84 anni nel [[1753]].
 
Il complesso fu ampliato nel [[1716]] per munificenza medicea (come ricorda una targa sulla facciata) con un cantiere affidato all'ingegnere [[Piero Giannozzi]] che, tra l'altro, realizzò dal lato della proprietà confinante con gli Ximenes un porticato voltato a sette arcate, con loggia e stanze al lato superiore.