Ansaldo 149/40 Mod. 1935: differenze tra le versioni

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Nel [[1929]] l’Ispettorato di Artiglieria chiese all’[[Ansaldo]], all’AREN (Arsenale del Regio Esercito di Napoli) ed alla [[Odero-Terni-Orlando|OTO]] di sviluppare un nuovo cannone da 149&nbsp;mm con cui sostituire i pezzi da [[149/35 Mod. 1901|149/35]], da [[152/45]] e da [[152/37]] (questi ultimi di preda bellica) risalenti alla [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]]. Mentre l'Ansaldo e l'AREN presentarono i propri progetti, la OTO preferì concentrarsi sull'[[Ansaldo 210/22 Mod. 1935|obice da 210 mm]]<ref>Cappellano, Formiconi, art. cit. nota 10</ref>. I due pezzi sperimentali, realizzati nel [[1933]], dovevano rispondere a numerose richieste di cui le principali erano: una gittata minima di 20&nbsp;km, un peso in batteria non superiore alle 11 [[tonnellate]], la possibilità di traino meccanico scomposto in due o tre parti, il tempo di messa in batteria non superiore a mezz'ora, eventualmente utilizzando il personale dei due pezzi<ref name=CF06>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 6</ref>.
 
Tanto il progetto dell’AREN, un cannone da [[149/37]] con bocca da fuoco direttamente derivata da quella del vecchio 149/35, quanto quello dell’Ansaldo, un cannone da 149/40, superarono i test, ma la commissione esaminatrice scelse quest’ultimo, che fu provato a [[Nettuno (Italia)|Nettunia]], tra il dicembre 1933 ed il dicembre 1934. All’inizio del 1935 il progetto Ansaldo fu rinviato a Genova per attuare qualche modifica volta a migliorare la stabilità del pezzo durante il tiro e per ridurre a due il numero di pezzi scomponibili per il trasporto. Nel luglio del 1935, il cannone 149/40 (ufficialmente designato come Cannone da 149/40 mod.35) venne adottato dal [[Regio Esercito]], e venne inviato all’Ansaldo un ordine per l’acquisto di 48 pezzi.
 
==La tecnica==