Modulo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 79.27.162.37 (discussione), riportata alla versione precedente di 93.40.116.78 |
|||
Riga 3:
La parola '''modulo''' (dal [[Lingua latina|latino]] ''modus'', "misura") ha numerosi significati. Genericamente significa qualcosa di prefissato, di standard, destinato ad essere ripetuto più volte. Nel linguaggio corrente un modulo è una formula prestabilita con la quale vengono redatti certi documenti, o un prestampato di un documento da completare in alcune parti con le scritte relative al caso singolo. In generale può anche significare una parte autonoma e separabile di un complesso (modulo lunare di una navicella spaziale, modulo di un corso di studi, ecc.). In senso figurato rappresenta un modello, un canone (es. ''modulo dell'arte classica'').
==
* Nell'[[architettura greca]], il modulo è il [[diametro]] massimo di una colonna, che veniva assunto come unità di grandezza per proporzionare tutte le altre parti di un [[tempio greco]]. Secondo [[Brunelleschi]] il modulo era l'intercolunnio (10 [[braccia fiorentine]]), secondo [[Vignola]] il [[Raggio (geometria)|raggio]] della colonna, ecc. In generale, si intende per [[modulo architettonico]] una misura di grandezza o una unità che viene ripetuta più volte in maniera da dare proporzioni equilibrate in un edificio o in un insieme di edifici.
* L'[[architettura modulare]] riproduce una stessa unità più volte (ad es. nei capannoni industriali).
|